In Italia la meteorologia è spesso approssimativa. Per carità, non mi riferisco agli Enti ufficiali, in particolare all’Aeronautica Militare Italiana, che probabilmente con limitate risorse economiche offre alla nazione un vitale servizio, insieme alla rinnovata Protezione Civile, che mai come in questi anni è sempre più al servizio totale del cittadino.
La confusione italiana nel settore meteorologico è di varia natura, ma ritengo che il peggior nemico sia la frammentazione delle risorse pubbliche o private a partecipazione pubblica: in una stessa regione (non tutte) operano più servizi meteorologici che parrebbe, in diverse realtà, entrino in competizione omettendo la condivisione dei rilevamenti meteorologici e delle banche dati.
Alcuni centri meteo effettuano studi climatici che vengono citati nei loro siti internet, ma di cui il lettore non saprà mai nulla. Così si parla di siccità, di desertificazione con titoli allarmistici, ma osservando nel dettaglio i sommi capi pubblicati di alcuni studi, la realtà appare ben differente delle impressioni che il titolo impone. Titolo usato non di raro dai mass media con commenti allarmistici.
Il mio intervento è rivolto ad una stazione meteorologica ufficiale, quella ubicata nella più importante area abitata d’Italia: Milano Linate.
So bene che Roma è la città più grande d’Italia, ma a parità di territorio, la Capitale dispone di più fonti ufficiali di rilevamento.
Il dato di Milano (Linate) risuona nei notiziari dei mass media ad ogni ora, con temperatura sovente più elevate rispetto ad altre località padane.
Ma è meglio fare una premessa.
Milano Linate è una stazione di rilevamento praticamente cittadina, posta in un’area climatica fortemente influenzata dall’urbanizzazione del territorio, in un ambiente avvelenato dall’eccessiva presenza dell’asfalto, che ben sappiamo può influenzare notevolmente la temperatura.
Isola di calore.
Si parla poco di isola di calore, ma Milano, come tutti i centri urbani non ne è esente; fra l’altro, la cattiva ventilazione potrebbe accentuarne gli effetti.
Il notissimo studio sull’isola di calore parigina (ma le medesime ricerche sono disponibili anche per varie città americane e d’Europa) ci dovrebbe insegnare parecchio.
Dalla ricerca si evince che la maggiore influenza dell’isola di calore si ottiene nel settore orientale delle aree urbane, evidentemente perché i venti più frequenti sono quelli provenienti da occidente e spingono verso questo settore il calore della città, imponendo un minor vantaggio dal rimescolamento dell’aria.
Le medie della temperatura annua delle stazioni meteorologiche ad ovest della città, sono di 1°C e sino a quasi 1,5°C inferiori ai settori orientali. La maggiore alterazione delle temperature si ottiene in giornate soleggiate e nelle notti successive.
Sembra che il calore rilasciato dalla metropoli venga spostato dai venti, anche se debolissimi, verso oriente.
Sempre il settore orientale della città, ottiene anche un vantaggio in termini precipitativi, stimabile per città vaste la metà di Milano, del 15%.
Alla luce di questo, ritengo che fare confronti tra centro città, settore ovest e quelle orientali, sia inesatto al fine di capire se i rilevamenti di Linate sono corretti.
I confronti sulla misurazione della temperatura si fanno ben diversamente, ovvero su schermo solare e a fianco della stazione di rilevamento di Linate, non con il termometro dell’auto, oppure a 1-5 km di distanza.
Nei forum sono apparse anche le foto sulla stazione meteo e si sono fatte molte congetture sui fattori che potrebbero influenzare i rilevamenti.
Insomma, per concludere, sarebbe opportuno che l’Ente che si occupa dei rilevamenti di Milano Linate pubblichi un comunicato stampa chiarificatore. Noi siamo a disposizione, il mio indirizzo e-mail è andrea.meloni@meteogiornale.it, per mettere in evidenza l’eventuale chiarimento.
Il mio intervento vuole solo smorzare le troppo facili aggressioni a rilevamenti che potrebbero non essere corretti, ma che sono attendibili sino a quando un ente ufficiale non afferma il contrario.