Alcune parti dell’Europa Occidentale e Meridionale sono state colpite nei giorni scorsi da maltempo straordinario, con temporali di forza inusitata. Tra il 6 ed il 10 luglio 2019 risultano essere state censite 460 segnalazioni di maltempo severo (fra cui tornado e grandine) dall’European Severe Weather Database.
Sono stati cinque giorni di tempeste davvero violente, che spesso si sono accanite anche sulle medesime zone, con impatto molto pesante se si considerano i 10 morti (di cui 6 in Grecia) e almeno un centinaio di feriti (di cui almeno la metà in Grecia), in gran parte riconducibili a raffiche di vento e grandine.
Quest’eccezionale fase turbolenta di fenomeni meteo così estremi per più giorni si deve ad una fase di sostanziale stallo con il venire a contatto di una massa d’aria molto calda ed umida con aria più fresca che premeva dalle alte latitudini.
Indici d’instabilità esplosivi e moti ascensionali elevatissimi, grazie all’intensità notevole della corrente a getto, hanno sostenuto le supercelle, che si sono scatenate dando origine a fenomeni meteo davvero violenti e altamente pericolosi.
Il numero più elevato di segnalazioni meteo di fenomeni violenti e gravi ha avuto origine dall’Italia, dove sono stati raccolti da ESWD (European Severe Weather Database) più di 150 rapporti durante i 5 giorni totali di questa intensa fase meteo così avversa, per temporali di severa entità.
A proposito della grandine, in questo periodo la grandinata più violenta censita è stata quella del 10 luglio a Pescara, con addirittura la misurazione di un chicco di ben 15 centimetri di diametro. Questo eguaglia il record del 20 giugno 2016 a Timişoara, in Romania, in base ai dati catalogati sul database ESWD.
Sulle grandinate giganti in Europa, a seguire risultano esservi i 14,1 cm di un chicco misurato il 6 agosto 2013 a Undingen, nella Germania sud-occidentale. Chiaramente vi è più attenzione negli ultimi anni su questi fenomeni estremi, grazie alla maggiore capillarità nelle informazioni che ESWD raccoglie dal 2006.
Tali dati sembrano comunque avvalorare la tesi che le condizioni meteorologiche così estreme e avverse sono divenute più frequenti e sempre più intense. Diversi studi sembrano sostenere la tesi che la frequenza e l’intensità di temporali estremi in Europa sono suscettibili di un ulteriore aumento in questo secolo.
Una tale escalation temporalesca così violenta ad ampia scala risulta assai rara, anche se è difficile stabilire quanto straordinaria, sempre tenendo conto del fatto che i mezzi tecnologici attuali, che permettono un monitoraggio più accurato, non sono quelli disponibili nemmeno 15 o vent’anni fa.