Fino a non molto tempo fa gli argomenti principali erano rappresentati dalla carenza di piogge e dalle alte temperature. Se si eccettuano le regioni di Nordovest, in particolare Liguria e Piemonte, Ottobre lo si può considerare un mese estremamente siccitoso.
Ma fin da allora c’erano dei segnali atmosferici che suggerivano l’imminente cambiamento, cambiamento che ha preso piede fin dai primi di Novembre con modalità tutt’altro che scontate. Si è fatto un gran parlare, giustamente, di quanto l’Atlantico “old style” non ci sia più, eppure quanto sta accadendo lo si deve proprio al risveglio oceanico. Non sarà il classico flusso zonale, ma le perturbazioni hanno intrapreso la via del Mediterraneo laddove si è andata a creare una falla barica persistente.
Gli affondi depressionari sono stati accompagnati da impulsi freddi polari, i cui effetti – in termini di constrati termici – non si sono fatti attendere. L’ultimo, entrato in scena nel weekend appena trascorso, è talmente ampio da estendersi sul nord Africa. Oltre all’energia termica dei nostri mari, il freddo sta entrando in un’area pregna d’aria caldo umida. La confluenza tra due masse d’aria diametralmente opposte non farà altro che esaltare una ciclogenesi esplosiva, capace di dar luogo a precipitazioni davvero preoccupanti.
A tal proposito vogliamo mostrarvi la mappa degli accumuli precipitativi settimanali. E’ l’ultima emissione del nostro modello matematico ad alta risoluzione, di certo un’Italia così pesantemente colorata delle varie tonalità dall’arancio al porpora era da tempo che non la vedevamo.
Significa che in molte regioni gli accumuli di pioggia settimanali potrebbero aggirarsi tra 50 e 100 mm, addirittura in alcune zone potrebbero caderne 200 e più. Stiamo parlando di quantitativi che in molti casi potrebbero superare le medie pluviometriche mensili, a conferma dell’eccezionalità del maltempo.
Tenete contro, tra l’altro, che le ondate di maltempo saranno diverse e le più intense dovrebbero concentrarsi martedì e venerdì. Giornate, lo ripetiamo, che dovrebbero proporci il transito di veri e propri ciclonici mediterranei. Tenete conto, infine, che in presenza di ciclogenesi così esplosive gli accumuli potrebbero essere anche sottostimati.
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