Parole, parole, parole… no, non è Mina a pronunciare uno dei termini della musica italiana più conosciuti al mondo. Siamo noi, noi che a guardare i modelli previsionali abbiamo il mal di capoccia.
Difficile racapezzarci qualcosa. Difficile rispondere alle innumerevoli domande che puntualmente ci vengono poste. Perché siamo consapevoli del fatto che le mappe le guardate, siamo consapevoli del fatto che un po’ avete imparato a leggerle, siamo altrettanto consapevoli che se non si ha un minimo di esperienza è difficile interpretarle al meglio.
Non nascondiamoci dietro a un dito, potrebbe trattarsi di un autentico ribaltone. Siamo in bilico, siamo appesi a un filo sottilissimo che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro. Attualmente ci tiene in piedi, all’interno dell’Inverno. Dovesse spezzarsi potrebbe farci precipitare – metaforicamente parlando – in Primavera.
Soluzioni contrapposte, è vero, ma conoscendo un minimo di dinamiche atmosferiche ci si rende conto che il posizionamento di un’Alta Pressione può rappresentare il fulcro di tutto. In particolare il poderoso blocco anticiclonico che andrà a svilupparsi tra l’Europa occidentale e settentrionale, quello stesso blocco che sarà responsabile dello scivolamento di una massa d’aria gelida a ridosso dell’Italia.
Gelo che investirà, probabilmente, la Grecia, poi la Turchia, lambendoci appena. Gli effetti, ad oggi, paiono davvero risicati se non qualcosina di più percepibile all’estremo Sud. E poi? Dipende, c’è chi suggerisce un consolidamento dell’Alta Pressione proprio sulle nostre teste chi invece ipotizza un rapido cedimento strutturale a causa di un’azione perturbata dell’Atlantico.
Come vedete è difficile dirimersi in un tale labirinto evolutivo. Però c’è un fatto, che i primi consistenti segnali indicanti la fine dell’Inverno si cominciano a vedere. Forse finirà prematuramente, forse no, ma marzo è ormai dietro l’angolo e nelle mappe di previsione s’inizia a percepire.