Se ne parla al mare, al bar, in auto mentre si è in coda, in tv, in radio. Ovviamente stiamo parlando del meteo, delle previsioni meteo.
Chi più chi meno si domanda quale sarà il tempo atmosferico da qui a chissà quanti giorni. Spesso capita di ricevere richieste assurde, che – spiace dirlo – denotano quanta poca conoscenza ci sia della materia. Si chiedono previsioni a un mese, ma la richiesta pretende sia una previsione affidabile mica un trend stagionale!
Poi arrivano le richieste ad hoc: come sarà il tempo in quella spiaggia, in quella città, in quella montagna. Non basta mica la miriade di app che tempestano le schermate dei cellulari, non bastano mica i tantissimi siti web che trattano più o meno scientemente la materia. Si vuole, anzi, si pretende che sia il meteorologo a dirci che tempo farà. Perché così ci si sente più sicuri e si ha la garanzia di potersi scagliare contro qualcuno se quella previsione non soddisfa o ancor peggio non si rivelerà corretta.
E’ un’epoca di “meteo bar”, meteo che pur perdendo l’autorevolezza che aveva un tempo continua a catalizzare l’attenzione di milioni e milioni di persone. Sarà forse un caso che uno dei termini più ricercati su Google – se non il più ricercato in assoluto – è proprio il termine “meteo”? No, non è un caso.
L’atmosfera che ci circonda affascina, c’è poco da fare. Osservare un fenomeno meteorologico, soprattutto se estremo, incute timore ma esalta la curiosità verso la materia. C’è chi la studia, chi si lascia ammaliare dal fascino approfondendo l’argomento autonomamente, chi ancora semplicemente s’incuriosisce andando a caccia di notizie in ogni dove.
Sarà il tormentone dell’Estate, ma sarà il tormentone di tutte le stagioni. Perché poi arriverà l’autunno e inizieremo a domandarci se e quanto pioverà. Se e dove colpiranno i nubifragi. Poi verrà l’inverno e ci chiederemo se e dove farà freddo, se e quanto nevicherà. Poi ci sarà la primavera e ci chiederemo se il caldo sarà precoce, se ci sarà spazio per temporali, se nevicherà tardivamente. Infine tornerà l’estate e via con le solite richieste: quanto farà caldo? Dove farà caldo? Sarà caldo africano?
Ma occorre avere pazienza, occorre trattare la materia con passione e i milioni di meteo appassionati con altrettanto calore. E’ bello parlarne, è bello discuterne, è bello anche accalorarsi e confrontarsi, meno bello è insultarsi perché gli insulti ci ricordano quanto sia facile trincerarsi dietro lo strumento principe di quest’era tecnologica: lo schermo di un pc.