Nel mutevole clima italiano, la primavera rappresenta la stagione in cui le condizioni meteo al Nord e al Sud Italia più si avvicinano. Ma mentre al Nord si ha una ripresa delle precipitazioni dopo il minimo relativo della seconda parte dell’inverno – sebbene sappiamo che quest’anno non è andata così -, al Centro e ancor più al Sud Italia col mese di aprile inizia una riduzione delle piogge che porta al minimo estivo.
Al Nord in particolare aprile vede una ripresa dei flussi atlantici, ma contemporaneamente i primi sistemi temporaleschi organizzati e talvolta violenti, che si presentano ancor più frequenti nel mese di maggio. A Milano il mese di maggio è il secondo più piovoso dell’anno dopo ottobre, idem nell’area del nord-ovest lombardo. A Torino maggio è addirittura il mese più piovoso dell’anno e aprile il secondo. A Bologna aprile precede di un soffio ottobre, e a Venezia e Udine il trimestre aprile-giugno è più piovoso di quello settembre-novembre, con un massimo spostato a giugno. Ecco quindi che in quest’area climatica italiana, tra la Pianura Padana e le Prealpi, possiamo trovare un massimo relativo di precipitazioni in primavera spesso superiore a quello autunnale.
Il tipo di pioggia primaverile è però diverso da quello autunnale. Come già spiegato, in primavera abbiamo un mix di perturbazioni atlantiche e di ondate temporalesche per il transito di linee di instabilità. Man mano che la stagione avanza il secondo tipo di precipitazioni prevale sul primo, e in giungo il flusso perturbato atlantico è quasi azzerato e l’incidenza delle ondate temporalesche massima, specie sul Nord-Est, l’area italiana più esposta al rischio di temporali anche di forte intensità.
Quest’anno la stagione delle piogge giunge dopo un bimestre febbraio-marzo già straordinariamente piovoso. A Venezia negli ultimi due mesi sono caduti circa 480 mm di pioggia, contro una media di circa 100. A Torino 210 contro una media 130. Meno importante l’anomalia di Milano che ha visto cadere 160 mm a fronte di una media di 115.
Cosa potrebbe dunque accadere? Se l’anno scorso si era in presenza di stati di siccità conclamata, quest’anno si rischia l’esatto opposto, ovvero un eccesso di precipitazioni, che in concomitanza con la fusione della neve in montagna potrebbe portare a considerevoli piene dei fiumi che scendono dalle Alpi.
Dando uno sguardo alle proiezioni climatiche del centro meteo americano, possiamo però notare che il periodo che va da aprile a giugno in quasi tutta Italia vedrebbe precipitazioni in linea con la norma, eccetto le Alpi e il Nord-Est che potrebbero avere precipitazioni minori rispetto alla media. E un periodo di pausa dalle precipitazioni in quest’area sarebbe quanto mai opportuno. L’importante sarà semmai non avere, come successo l’anno scorso, lunghi periodi senza piogge.