Il caldo degli ultimi giorni ha portato su livelli allarmanti le concentrazioni d’ozono, l’inquinante protagonista della stagione estiva. Tutti sappiamo quanto l’ozono sia prezioso in quella zona dell’atmosfera detta ” stratosfera”, in quanto impedisce di far passare i raggi solari pericolosi per la nostra salute.
Non si può dire certo la stessa cosa per la presenza di questo gas negli strati inferiori dell’atmosfera: l’inquinamento da ozono, pur meno noto di quello legato alle polveri sottili (PM10), costituisce un problema, se si considera che causa su tutta l’Europa ben 14 mila ricoveri ogni anno per malanni respiratori.
I mesi estivi sono quelli in cui questo inquinante (non prodotto o emesso direttamente) è maggiormente presente nell’aria: questo gas si genera infatti più facilmente in condizioni nelle quali vengono a combinarsi inquinamento (soprattutto il monossido di carbonio), assenza di vento e temperature elevate.
Tutti questi fattori sommati insieme causano delle reazioni fotochimiche favorevoli al ristagno dell’ozono, in particolare nelle grandi aree urbane. Non a caso, in Pianura padana, i livelli di ozono registrati negli ultimi giorni hanno superato di gran lunga il limite di 120 microgrammi al metro cubo d’aria previsto dalla legge.
La scarsità di correnti d’aria e l’elevata radiazione solare hanno creato un’enorme produzione di ozono, dannoso per la respirazione. Superata la soglia dei 200 ppm a Bergamo, Brescia, varese, Milano e Torino. Valori oltre la norma anche a Bolzano, Bologna, Firenze, Genova, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo e Roma.