Il meteo della primavera è spesso un mix tra recrudescenza di episodi tardo invernali e anticipazioni di anticicloni estivi: quest’anno sono mancati gli eventi freddi in marzo ma sono stati subito rimpiazzati da due episodi particolarmente notevoli: il primo è stato forte peggioramento del 4 aprile che ha portato nevicate fino al fondovalle sulle Alpi (Domodossola e Verbano in genere), il secondo è stato l’evento meteo storico di questi giorni, che ha portato neve fino a quote di bassa collina in Emilia Romagna.
Nonostante sia stato un fenomeno davvero eccezionale, non dobbiamo pensare che le basse quote rimangano imbiancate a lungo: oramai il sole di maggio scalda moltissimo e, rispetto a una nevicata invernale, il suolo rimane bianco molto di meno, anzi in diverse zone a distanza di due giorni già è tutto fuso.
Le temperature, pur rimanendo ovviamente molto basse per il periodo, sono salite fino a 15 gradi e oltre, con il sole che ha una potenza radiativa simile a quella di luglio: di conseguenza, colline e basse montagne sono già tornate come prima, con la differenza che è caduta una grandissima quantità di precipitazioni (sia nevose, sia liquide), che sono state un vero toccasana dopo la siccità invernale.
Webcam a Pavullo nel Frignano (MO), a cura del Comune: si nota la storica nevicata del 6 maggio. Benché un comune di bassa montagna (poco sopra i 600 metri), ricevere una tal quantità di neve a maggio è un fenomeno assolutamente straordinario.
Stesso discorso si può fare in medio alta montagna nei rari episodi di nevicate estive: qualora nevicasse in pieno luglio attorno a 3000 metri, la neve fonderebbe il giro di pochissimo, pertanto non dobbiamo pensare di vedere le nostre montagne innevate come in inverno.
Il periodo dove la neve permane a lungo è tra dicembre e marzo: se, come purtroppo è successo quest’anno, sono decisamente mancate le abbondanti nevicate invernali, ci possono essere episodi primaverili ma il manto bianco dura decisamente molto meno che nel cuore dell’inverno.