Marzo 2013 è stato un mese tutt’altro che primaverile, ma uno dei marzo più freddi che si siano avuti negli ultimi decenni in gran parte d’Europa. Il grande freddo, a tratti, ha fatto capolino anche sull’Italia con temperature basse e soprattutto neve a bassa quota.
Il 25 marzo 2013 il gelicidio paralizzò l’altopiano del Carso e Trieste. In quel caso era presente gelo intenso nei bassi strati sull’Europa Centro-Orientale, trasportato con la Bora fino al capoluogo giuliano. Aria ben più mite era invece presente in quota.
Ma cosa è il gelicidio? Forse non tutti sanno che, con una temperatura al suolo pari o al di sotto dello zero, non sempre nevica ma può cadere un’eventuale precipitazione sotto forma di pioggia, quando incontra strati in atmosfera più miti e con temperature superiori a zero gradi.
Ecco che in questi casi si verifica il gelicidio o pioggia congelantesi. Parliamo di gelicidio in riferimento ad un tipo di precipitazione sopraffusa, che tende a congelare all’istante non appena tocca una qualunque superficie al suolo o un qualunque oggetto.
Di solito questo fenomeno può avvenire più facilmente in inverno, allorquando rimonte d’aria calda in quota scorrono al di sopra di uno strato d’aria gelida nei bassi strati. In primavera è molto più raro da vedersi, almeno sulla nostra Penisola, ma come detto il marzo 2013 fu estremamente invernale.
Il gelicidio viene chiamato anche vetrone o galaverna, pur trattandosi di un fenomeno che non ha nulla a che fare con i processi che portano alla formazione della brina. La pioggia che gela al suolo genera una patina di ghiaccio trasparente fortemente scivolosa, molto insidiosa soprattutto per la circolazione stradale.
Le conseguenze furono clamorose, come si può chiaramente intuire dalle foto. Per fine marzo fu un evento del tutto eccezionale. Ricordiamo che marzo 2013 è stato uno dei più rigidi che si ricordano in Europa e proprio il grande gelo continentale favorì gelo tardivo a più riprese anche sull’Italia.