La furia meteo del tifone è passata da un pezzo, ma continuano i soccorsi e la conta dei danni. E’ stato un weekend terribile in parte del Giappone, tuttora in ginocchio a seguito delle conseguenze distruttive del passaggio del tifone Hagibis che lo scorso venerdì aveva fatto landfall sull’isola di Honshu.
In circa 24 ore sono cadute le precipitazioni che normalmente cadono in sei mesi. L’agenzia meteorologica nazionale (Jma), ha riferito che alcune località del Giappone centrale hanno ricevuto in due giorni circa il 40% dell’ammontare delle precipitazioni che si verificano nell’intero anno.
Purtroppo non si parla solo di danni per i numerosi fiumi straripati sul Giappone centro-orientale, ma anche di vittime con un bilancio che purtroppo continua ad aggravarsi. Secondo le ultime fonti locali, il numero delle vittime raggiunge quota 42, al quale si aggiungono 15 dispersi e quasi 200 feriti nel corso del fine settimana.
Anche la città di Tokyo è stata allagata in più punti per lo straripamento del fiume Tama. Secondo il ministero delle Infrastrutture nipponico, il passaggio del tifone ha provocato lo straripamento di almeno 21 fiumi in quattro diverse prefetture, con allagamenti estesi di arterie stradali e città.
Diverse zone non sono state ancora raggiunte perché gran parte delle strade è rimasta sott’acqua per le inondazioni. I trasporti ferroviari restano ancora paralizzati soprattutto nella prefettura di Nagano, quella maggiormente colpita dalla furia del tifone dopo il cedimento degli argini del fiume Chikuma.
Oltre 100 mila agenti fra polizia, vigili del fuoco, soldati e personale della guardia costiera, oltre a 100 elicotteri, sono stati mobilitati per le operazioni di salvataggio. Il timore è che, con i soccorsi che andranno ancora avanti, il bilancio possa ulteriormente aggravarsi, considerando anche i dispersi.