I cambiamenti meteo climatici e in particolare il riscaldamento globale potrebbero far proliferare nuovi virus. A lanciare l’allarme non è un personaggio in cerca di notorietà, ma un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington, Boston e New York (USA) e Cape Town (Sudafrica). La notizia è arrivata pochi giorni fa, quando lo studio scientifico è stato pubblicato sulla prestigiosa piattaforma Biorxiv, che adopera la cosiddetta peer-to-peer, cioè la REVISIONE PARITARIA. In pratica, affinché uno studio scientifico venga pubblicato deve PRIMA essere letto e studiato da scienziati del settore, in quanto ci si assume le responsabilità di ciò che si scrive.
L’articolo afferma che ci sono potenzialmente tra 10.000 e 600.000 virus in grado di entrare in contatto con l’uomo, anche se la stragrande maggioranza dei quali attacca solo la fauna selvatica.
I cambiamenti climatici, l’estremizzazione meteo e l’uso severo e violento del suolo determinano però cambiamenti geografici della gamma, producendo nuovi assemblaggi di specie e opportunità di condivisione virale tra specie precedentemente isolate (cit. abstract).
In altre parole, i cambiamenti meteo climatici dei prossimi decenni potranno favorire la proliferazione di nuovi virus: già è accaduto nelle passate estati con nuove malattie tropicali, inesistenti qualche decennio fa.
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