In tanti speravano in un avvio febbraio scoppiettante, con l’inverno a recitare un ruolo da assoluto protagonista. Le cose stanno in realtà procedendo in modo diverso e stiamo entrando in una fase di maggiore “piatta” della stagione fredda.
Ci può stare, è persino fisiologico, ancor più dopo un gennaio nel quale le discese d’aria artica si sono susseguite a ripetizione, con effetti anche sul Mediterraneo. E’ mancato il grande evento, questo lo possiamo dire, ma di certo freddo e neve non sono mancate.
A proposito di grandi eventi, di sicuro il Nord America è stato premiato ben più dell’Europa. Il clima glaciale della scorsa settimana è derivato dall’affondo di un lobo gelido del Vortice Polare, capace di portare un clima davvero siderale con picchi da record.
Ebbene, dopo quanto accaduto il Vortice Polare è in fase di ripresa. Prima si è rafforzato il lobo canadese del Vortice che ora è in fase di ricompattamento. Cosa significa tutto ciò? Le onde planetarie sono meno pronunciate e il gelo polare tende ad essere trattenuto alle alte latitudini.
In questa fase, quindi, in Europa tende a rafforzarsi la circolazione zonale, che significa aria più mite atlantica e anche anticiclone, a più riprese, sul Mediterraneo. Questo scenario dovrebbe rimanere immutato per i prossimi 7/10 giorni, ma sarà un “reset barico” in attesa di nuovi scossoni.
A seguire, sembra potersi ipotizzare un nuovo indebolimento del Vortice Polare, come emerge dalle proiezioni a lungo termine dell’indice di Oscillazione Artica (AO). Ciò potrebbe essere il preludio a una seconda parte di febbraio più movimentata.
Non si può sapere se arriverà il grande freddo fin verso l’Italia, ma teniamo conto di quello che è accaduto in altre annate riguardo ondate di freddo alla fine dell’inverno. Un anno fa, negli ultimi giorni di febbraio, la neve ebbe modo di imbiancare Roma e persino Napoli. Non diamo l’inverno per spacciato troppo presto.