In quest’autunno le alluvioni hanno messo davvero sotto torchio diverse zone che si affacciano sul Mediterraneo, ma per quanto concerne l’Italia le aree colpite dai nubifragi più eccezionali sono state finora la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
La causa di questo maltempo è da ricercare nei vortici di bassa pressione persistenti, in genere bloccati tra Mediterraneo Occidentale e Nord Africa. Gran parte della Penisola è rimasta però al riparo e sopratutto al Nord il trend delle precipitazioni degli ultimi mesi appare negativo, cioè piove meno della media.
Siamo ormai sempre più abituati a questi eventi meteo estremi. Tornando indietro all’autunno del 2011 che fu caratterizzato da una serie di alluvioni davvero estreme, in particolare in Liguria, compresa Genova, a cavallo fra fine ottobre ed inizio novembre.
Pochi giorni prima, era il 20 ottobre quando un nubifragio eccezionale sommerse letteralmente la Capitale: un’area temporalesca autorigenerante (con oltre 7000 fulmini caduti tra Roma e parte nord del Lazio) scatenò scenari da vera e propria alluvione lampo con accumuli pluviometrici localmente eccezionali.
Ad essere colpite dallo straordinario diluvio torrenziale furono soprattutto le zone settentrionali dell’area metropolitana. La pioggia fu concentrata in poche ore, quando cadde molta più pioggia di quella che sarebbe dovuta cadere mediamente durante l’intero mese.
A livello di picchi di precipitazione, nella zona dell’Olgiata si registrarono 150 millimetri di pioggia ed addirittura oltre 180 millimetri furono registrati a Campagnano di Roma. Fra le altre località in cui venne giù tanta acqua, spiccano i 110 millimetri a Formello, 130 mm a Forlupo, circa 145 mm a Riano.
Quel che emerge negli ultimi anni è la sempre maggiore frequenza di eventi estremi di quest’entità su Roma, principalmente nel periodo autunnale, che in precedenza avevano tempi di ritorno anche dell’ordine dei 25/30 anni.