Stiamo vivendo un periodo di estremizzazione meteo: possiamo affermare questo fatto non solo guardando semplicemente alla nostra città o alla nostra regione, ma facendo un riferimento più ampio da un punto di vista continentale e mondiale.
Se ci facciamo caso, praticamente ogni giorno una parte di cronaca dei quotidiani parla di eventi meteo estremi, anche in stagioni decisamente poco favorevoli come l’inverno o inizio primavera.
I campanelli d’allarme sono tanti: estati sempre più calde (ben più calde degli anni pre-2000), inverni miti e con pochi eventi gelidi, cicloni extratropicali e burrasche di vento praticamente con cadenza mensile, fenomeni temporaleschi estremi tra la stagione estiva che quella autunnale, nubifragi e grandinate anche in periodi poco usuali.
I cambiamenti climatici sono questo, ovverosia un mix di aumento termico a livello globale (dimostrato da tutti gli Enti scientifici internazionali), variazioni nella circolazione atmosferica e fenomeni meteo sempre più intensi, dovuti al fatto che gli scontrini termici sono sempre più intensi e frequenti: visto che il trend pare inequivocabile, dobbiamo sempre di più adattarci a scenari sempre più estremi in un futuro (concetto di resilienza) e ad escogitare dei piani efficienti in caso di emergenze.