L’episodio di meteo estremo accaduto a Venezia, con la seconda marea più alta della storia recente della città, ha suscitato scalpore in molti.
L’episodio in sé, pur particolarmente eccezionale, può rientrare nella media climatologica di una determinata città se accade una volta ogni tanto, ad esempio un paio di volte nel secolo. Pertanto, il nesso con i cambiamenti climatici non è così scontato: l’indubbia estremizzazione meteo di questi ultimi anni, però, suscita qualche perplessità, proprio perché quello che prima era eccezionale pian piano diventa usuale.
Un singolo episodio non si può imputare ai cambiamenti climatici, anche perché maree eccezionali ci sono state anche nel passato remoto (sicuramente non documentate come quest’ultima o come le ultime), ma la frequenza con cui questi episodi meteo estremi capitano è sempre più elevata e preoccupante.
Oltretutto, per fronteggiare i cambiamenti climatici, bisogna tener conto che le grandi opere di progettazione devono subire dei valori che oggi non abbiamo: ad esempio, devono fronteggiare maree eccezionali, oppure raffiche di vento da uragano, oppure precipitazioni talmente estreme che cade in un giorno quello che cade in 9 mesi.
Per fronteggiare l’estremizzazione meteo, oltre agli studi di fisica e di dinamica dell’atmosfera, servono anche accurate e progettazioni ingegneristiche.