Torniamo a parlare di tornado negli Stati Uniti perché il mese di maggio 2019 è stato a dir poco prolifico. Purtroppo il più devastante, classificato EF3, ha raso al suolo parte della città di El Reno, in Oklahoma.
L’unicità di questo fenomeno sta nell’essersi sviluppato da una struttura temporalesca che in gergo tecnico prende il nome (lo traduciamo in italiano), di sistema convettivo quasi lineare. La cosa sconcertante è che il tutto è successo nella notte tra il 25 e il 26 Maggio 2019.
Fondamentalmente, una squall line è un sistema di temporali multicellulare che può essere organizzato in modo curvo o lineare.
Una volta sviluppate, le cellule convettive che formano la squall acquisiscono un’organizzazione tale da essere in grado di alimentarsi a vicenda. Questo fa sì che, ovviamente in particolari condizioni di umidità e temperatura, tali strutture abbiano lunghi cicli di vita (diverse ore).
Talvolta le cellule convettive integrate nella squall line riescono ad acquisire un grado di organizzazione ancora più complesso, diventando cosiddette supercelle. E’ da queste strutture che, alle loro estremità, nascono i movimenti di rotazione in grado di generare tornado.
Nel caso di El Reno la squall line può essere perfettamente classificata come Mesoscale Convective Complex o CCM. Un CCM non è altro che un Sistema Convettivo a Mesoscala, ma di dimensioni maggiori, classificato tale secondo una serie di criteri stabiliti da Maddox (1980).
Le immagini che hanno fatto il giro della rete, relative al tornado appunto di El Reno, danno un’idea della potenza distruttiva di questi sistemi.
Gli esperti del National Weather Service hanno classificato il tornado come EF3 sulla scala Fujita. La sua larghezza massima era di quasi 70 metri, coprendo una lunghezza di 3,5 km. Il tornado ha avuto una durata di appena 4 minuti, dalle ore 22:08 locali (quindi di notte) ma è stato in grado di distruggere il centro abitato e di causare la morte di 2 persone.