CLIMA E METEO: questo termine, Storm Surge, è stato abbondantemente usato dai media per parlare dell'”onda di marea” associata all’Uragano Dorian che sta imperversando sulle Isole Bahamas, approssimandosi alla costa statunitense.
Si tratta di un effetto molto complesso, determinato da vari fattori.
I principali sono la pressione atmosferica e la velocità del vento.
La pressione atmosferica infatti tende a “comprimere” il livello del mare, esercitando una forza in media pari a 1013,5 hPa su tutta la superficie marina.
Allorquando la pressione tende a scendere, fino a livelli insolitamente bassi, quali i 910 hPa raggiunti nel cuore dell’uragano, il livello del mare di innalza notevolmente.
Un secondo effetto è dato dalla forza del vento, che, in casi come questo, può spingere le acque sotto costa con velocità di oltre 300 km/h.
Questo effetto del vento sulla superficie del mare tende a sviluppare delle onde che, come dei veri e propri tsunami, aumentano la loro altezza passando dal largo alla linea di costa.
Anche il profilo costiero ha la sua importanza, se scende gradualmente verso il mare oppure se presenta un crollo verticale dopo pochi metri; generalmente comunque lo “Storm Surge”, effetto combinato di marea e vento forte, si comporta come un vero e proprio tsunami, travolgendo ogni cosa vicino alla costa per diversi chilometri.
Per fare un esempio, l’uragano Katrina, il 29 Agosto del 2005, determinò uno Storm Surge dell’altezza di 8 metri sulle coste del Mississippi, mentre nella stessa zona l’uragano Camilla, nel 1969, sviluppò un’onda di marea alta 7,5 metri.
Non sono indenni neanche le coste settentrionali degli Stati Uniti: nell’Ottobre del 2012 l’uragano Sandy determinò un’onda di marea di 4,2 metri sulla città di New York.
Nei prossimi giorni è previsto uno Storm Surge sulle coste della Florida e della Georgia, con un’altezza stimata tra 1,3 e 2,2 metri, stando alle prime previsioni.