È stato un mese di dicembre col meteo particolarmente piovoso e ventoso, soprattutto sulle regioni centro-meridionali e quelle del versante tirrenico.
L’area con il massimo delle burrasche è stata tra Sardegna e Sicilia, dove il maestrale ha soffiato tempestoso in almeno tre occasioni, l’ultima delle quali proprio nelle festività natalizie: ma anche il Nord Italia ha avuto delle fasi ventose, soprattutto in Liguria (con importanti mareggiate) e sulle Alpi, dove furiose correnti da nord hanno spazzato i rilievi per più giorni, condite da forti piogge.
Ma come mai una tal frequenza di episodi meteo turbolenti?
Una burrasca di vento si origina sostanzialmente quando si crea un gradiente barico, ovvero una differenza di pressione al suono tra due aree geografiche: se la depressione l’Islanda è stata molto vigorosa e gli anticicloni sono stati decisamente assenti, allora le perturbazioni cariche di pioggia e di vento hanno potuto imperversare senza problemi sul nostro paese.
E ciò che è successo proprio nel mese di dicembre, dove l’assoluta mancanza di fasi meteo stabili (almeno fino al giorno 25) ha permesso l’arrivo di continui fronti dall’alto Atlantico, supportati da una ventilazione particolarmente consistente.
In gennaio la circolazione atmosferica potrebbe presentare anche maggiori estremi meteo, ma con un maggior contributo di aria fredda, e quindi fenomeni prettamente invernali. Inoltre, con i cambiamenti climatici che stiamo osservando, vi è il palese rischio di situazioni inedite per questi ultimi due decenni.
Staremo ad osservare che succederà. L’inverno è appena iniziato!