Forse sarebbe meglio parlare di motivi, perché pensandoci bene sono tanti. Stiamo parlando di una stagione, l’estate, che dal punto di visto meramente meteo ci dà tanto.
L’Italia è uno splendido Paese, rinomato per cultura, storia, bellezze naturali. E’ frequentato da milioni di turisti che scelgono in particolar modo il trimestre estivo per varie ragioni. Lecito, quindi, focalizzarsi anche su proiezioni che potrebbero cambiare da un giorno all’altro. Sappiamo che una previsione è tale se è affidabile e diventa affidabile se si concentra sui 3-4 giorni.
Superata tale “quota” è più corretto parlare di proiezioni che abbiamo ampiamente trattato ultimamente, e che continueremo a mostrarvi perché comunque – se gestite professionalmente – possono già darci un’idea di quel che potrebbe accadere. Ma saranno sempre linee di tendenza da confermare.
Chi ci segue assiduamente saprà con quale tatto gestiamo gli approfondimento, che vorrebbe utilizziamo non la sfera di cristallo, bensì solo alcuni autorevoli modelli stagionali.
Vi abbiamo parlato della possibilità di avere una stagione estiva abbastanza normale, che già l’abbastanza potrebbe, o dovrebbe farci riflettere.
Ma che significa normalità? Difficile dirlo, il concetto è relativo perché cambia con range temporale di riferimento. Sappiamo che le medie climatiche si realizzino in un arco temporale di 30 anni ma talvolta modelli matematici a così ampio respiro limitano i raffronti climatici all’ultimo decennio. Un ultimo decennio che è stato spesso rovente, lo sappiamo, ecco perché dovessimo considerare tale periodo potremmo tranquillamente asserire che l’estate 2018 potrebbe risultare rovente.
Se andiamo a considerare, invece, il trentennio precedente (1981-2010) ecco che al suo interno troviamo ancora la classica estate mediterranea. Quella che proponeva bel tempo, caldo mai eccessivo e temporali di fine stagione. Quella che a settembre lasciava strada ai temporali e alle prime perturbazioni atlantiche. Quella che potrebbe tornare senza alcun preavviso ed allora speriamo che l’estate 2018 sia una stagione adeguata alla “normalità perduta”.