Riteniamo necessario anzitutto fare un passo indietro, per evidenziare come l’evento di caldo anomalo di questi ultimi giorni fa parte di uno scenario meteorologico a più ampio respiro, che si protrae ormai da qualche mese. L’anticiclone oceanico ha infatti stabilito spesso dimora proprio sulle Isole Britanniche, annullando la tipica circolazione oceanica che dovrebbe caratterizzare il meteo a queste latitudini e che invece si è mostrata davvero troppo a singhiozzo.
Tutta la seconda parte dell’inverno è stata influenzata da questo repentino cambio di registro: probabilmente ricorderete come la stagione fredda era partita a tutta birra, tanto che il dicembre del 2010 fu in assoluto il più rigido e nevoso dal dopoguerra ad oggi, a causa di possenti discese d’aria artica. La situazione è poi evoluta in maniera molto differente, possiamo quindi facilmente parlare di un inverno a due facce: gennaio e febbraio in versione troppo spesso anticiclonica e marzo non è stato certo da meno, con le maggiori anomalie da un punto di vista barico che hanno interessato il territorio britannico.
Non è certo azzardato utilizzare la definizione di “semipermanente anticiclonica” sulle Isole Britanniche, al fine di descrivere la circolazione meteorologica delle ultime settimane. Questa posizione anomala dell’alta pressione ha confinato a lunghi tratti il flusso atlantico a latitudini eccessivamente alte, determinando un periodo molto secco rispetto al tipico clima umido inglese. Cos’è accaduto negli ultimi giorni? Una goccia fredda ad ovest del Portogallo ha fatto risalire masse d’aria più calda verso nord, tanto che dalla Francia si sono facilmente propagate al Regno Unito: il soleggiamento ha fatto il resto permettendo alle temperature di salire su livelli incredibili per il periodo, ben più rispetto a quanto accaduto nella prima decade di aprile.