Dopo aver parlato per giorni e giorni di freddo intenso ed in molti casi non produttivo per le precipitazioni nevose in diverse aree della nostra Penisola, occasioni mancate di poco, ci troviamo nei cospetti di una chiara svolta nella circolazione atmosferica. Lentamente “il gelo ” ci lascerà e le miti correnti oceaniche si apriranno un “varco” sulla nostra Penisola. Sarà una prima svolta primaverile, ma con molte incertezze sul lunghissimo raggio. Resta ancora una esile speranza per nuove avvezioni fredde verso la fine del mese corrente, ma molto dipenderà dalla “memoria” della natura, che potrebbe ricreare e riprodurre situazioni di tardivo freddo invernale.
Possiamo in assoluto ammettere che il “determinismo”, freddo e distaccato di questo inverno non si è espresso nel migliore dei modi. Eppure “noi osservatori” dipendiamo dalla volontà degli indici atmosferici e dalle frequenze matematiche. Trovare e ricercare la giustificazione a questa “strana imprevedibilità”, anche sul medio e breve termine e soprattutto “indicizzarla” alle occasioni “strozzate”, mi sembra un po’ come voler mettere un argine alla “caotica ” espressone atmosferica. Molto si addice al discorso, inequivocabile ed assoluto: “noi molto più vicini all’Africa che al Polo”.
Quest’ inverno non è stato proprio a tal guisa. Noi vicinissimi alla “gelida Russia”, ma diametralmente opposti. Solo “refoli” di aria molto fredda hanno avvolto la nostra Penisola, ma hanno anche “accusato” situazioni orografiche e particolarmente “idonee”.
Non siamo qui per recitare un “requiem” alla stagione invernale, ma solo indicare una possibile evoluzione che ci distaccherà di molto e per diversi giorni da quella “fredda” che in passato abbiamo vissuta. Innegabile che, già dal prossimo fine settimana, la disposizione delle correnti alle medio alte strutture dell’atmosfera ci porteranno un primo assaggio di tempo “primaverile”. Vorrei sottolineare che, in tutto questo “marasma” previsionale, sarebbe del tutto inutile segnalare il freddo dovuto a pesanti inversioni termiche nelle valli e pianure del centro nord. Non serve e non è quello, spero, che noi tutti vogliamo e desideriamo (nebbie incluse).
L’inverno sta, in ogni caso, segnando il “suo passo”. Ovviamente in questo naturale passaggio, anche statistico, non possiamo escludere in maniera assoluta delle “forti” avvezioni fredde che ci potrebbero riportare in pieno inverno (solo per una spazio temporale certamente non lungo). Sicuramente nei prossimi 5/6 giorni prevarrà una blanda circolazione, medio alta zonale, con un rilassamento della corda atlantica. La storia di qualsiasi fluttuazione “dinamica”, blocking atlantico, è nettamente e strettamente relegata alla sola possibilità che, il previsto vortice oceanico, imprimerà, tramite una sua perdita di “incisività” sulle oscillazioni del medio e alto Atlantico, sul comparto europeo centro occidentale.
L’inverno, pertanto, nel suo ideale “arco” ha percorso il suo cammino, la fase di freddo persistente viene ad interrompersi. Solo “il finale” ed auspicabile “canto del cigno bianco”, potrebbe regalarci ancora forti emozioni. Quello che posso dire, al momento, è di osservare accuratamente quanto sia “forte e persistente” questa futura fase anticiclonica sul settore centro meridionale dell’Europa. Ogni giorno “regalato” a tale “HP”, potrebbe significare un’occasione sfumata quasi del tutto.