Il ciclone tropicale Ingrid era già un pericoloso e ben sviluppato sistema lo scorso lunedì 7 marzo, quando si trovava sul Mar dei Coralli, con l’occhio centrato 260 miglia a nordest di Cairns, nel Queensland, in Australia. Il vento sostenuto raggiungeva le 135 miglia orarie e la previsione indicava uno spostamento verso ovest, con una traiettoria avente come obiettivo le coste del Queensland settentrionale.
Martedì 8 marzo veniva confermata la traiettoria occidentale, in direzione della penisola di Cape York, nel Queensland settentrionale, per la tarda mattinata o il primo pomeriggio di mercoledì 9. Tornando a martedì, nel pomeriggio l’occhio di Ingrid era ancora nel Mare dei Coralli, 215 miglia a nord di Cairns, e la tempesta era accompagnata da venti sostenuti fino a 120 miglia orarie, dopo aver toccato le 150 miglia orarie a inizio giornata.
Mercoledì 9 marzo Ingrid ha continuato ad avvicinarsi alla penisola di Cape York e alle 18 GMT era ormai in procinto di fare “landfall” sulla penisola Cape York, centrato com’era a 13,2°S 143,7°E, con venti sostenuti a 100 nodi (115 miglia orarie) e raffiche a 125 nodi (ciclone di categoria 3). La pressione centrale era di 944 hpa (24 ore prima era 938 hpa).
Per le 6 GMT di giovedì 10 marzo la posizione del centro era prevista (bollettino delle 18 GMT del 9 marzo) a 13°S 142,2°E circa, con indebolimento “fisiologico” dopo l’impatto con la terraferma (vento sostenuto a 70 nodi, categoria 1), ma con il ritorno sul mare, nel Golfo di Carpentaria, conseguente all’ulteriore spostamento verso ovest del ciclone (centro previsto a 13°S 140,8°E circa alle 18 GMT del 10 marzo), Ingrid dovrebbe cominciare a riprendere forza (vento a 75 nodi), per tornare alla categoria 2, con venti a 90 nodi, alle 6 GMT di venerdì 11.
Continuando ancora a muoversi verso ovest, Ingrid dovrebbe poi, nella tarda serata, ora GMT, di venerdì, ritornare sulla terraferma dalle parti di Capo Arnhem, nel nordest della Terra di Arnhem, la parte più settentrionale dei Territori del Nord.