L’Europa resta quasi totalmente influenzata dal potente vortice d’estrazione nord-atlantica, che comunque sta iniziando a perdere smalto nelle ultime 24 ore. I sistemi frontali appaiono decisamente meno organizzati e un po’ più sfrangiati, mentre un nuovo vortice nord-atlantico piuttosto profondo si avvicina gradualmente verso le Isole Britanniche contribuendo a togliere ulteriore alimentazione alla circolazione ciclonica presente sull’Europa. Da ovest, alle nostre latitudini, s’inizia ad intravedere un allungamento dell’anticiclone.
Lo strapotere perturbato fin sul Mediterraneo era stato consentito dalla contestuale elevazione anticiclonica verso nord, in Aperto Atlantico: ora la stessa area d’alta pressione non tiene più le posizioni lungo i meridiani e spinge nel contempo verso levante, in direzione della Penisola Iberica, così da costringere la saccatura perturbata a levar presto le tende.
Non a caso, il cuore depressionario non solo ha perso potenza in senso assoluto (attualmente sul minimo barico si misurano 984 hPa, oltre 20 hPa più di ieri), ma ha iniziato a traslare verso nord-est, collocandosi tra il Belgio, i Paesi Bassi e la Germania nord-occidentale. Un minimo secondario resta nel frattempo attivo sulla parte settentrionale del Mediterraneo (tra il Golfo del Leone ed il Mar Ligure) ed è proprio esso che alimenta la confluenza instabile su parte dei mari occidentali italiani.
Rispetto alla giornata di ieri, i temporali agiscono su posizioni un po’ più settentrionali ed investono più direttamente il Levante Ligure, la Toscana e l’Alto Lazio, mentre hanno parzialmente mollato la presa sulla Campania, già messa a dura prova da precipitazioni particolarmente abbondanti.