Per la prima volta durante il ciclo 24, la media mensile del SN (Sunspot number) ha superato quota 100: a febbraio, secondo il report preliminare del SIDC (Solar Influences Data Analysis Center), il valore ha raggiunto 102,8. Era dal settembre 2002 (SN 109,6), durante il ciclo 23, che non si arrivava così in alto. L’attuale fase solare, dopo l’intensa attività del periodo 1933-2008, pare essere rientrata nella norma: lo SSN (Smoothed sunspot number), ovvero l’indice che ne fornisce la misura più appropriata, e che deriva da una doppia media mobile su base annua, ad agosto 2013 è salito a 68,9 mentre per settembre, che sarà computato nel momento in cui saranno disponibili i dati del mese in corso, scavalcherà comunque quota 70.
Ritorno alla normalità, in primo luogo significa una più prolungata transizione fra due cicli, con aumento degli Spotless day (giorni senza macchie): sono stati infatti 817 quelli del passaggio fra ciclo 23 e ciclo 24, conteggiati fra il 27 gennaio 2004 e il 14 agosto 2011. Durante i cicli immediatamente precedenti invece, gli Spotless day non raggiungevano i 400, con un minimo di 227 giorni durante la transizione fra ciclo 19 e ciclo 20 (1961-’66). Un’altra caratteristica, pare essere una salita verso il massimo più o meno pronunciata, che viene però interrotta da un plateau, di durata almeno biennale, in cui lo SSN oscilla intorno ai valori più elevati, per poi imboccare la discesa verso il minimo e trapassare nel nuovo ciclo.
Tale andamento, che si verifica per la prima volta dopo l’avvio delle conquiste spaziali, ha fatto speculare circa la possibilità che il ciclo 24 fosse preludio d’una fase simile a quella del Minimo di Maunder (1645-1715), caratterizzata da una prolungata quiescenza solare. Dopo che nel febbraio 2012 lo SSN si era attestato a 66,9 per poi retrocedere, si aprì la questione: il massimo era già stato raggiunto? Gli ultimi mesi di accelerata attività, hanno smentito l’ipotesi: il massimo è di là da venire.
Tutto ciò, allora, quali conseguenze potrebbe avere sul clima terrestre, se fosse dimostrata l’idea che il variare dell’intensità dei cicli solari abbia una diretta conseguenza circa lo stato termico della nostra atmosfera? Se le cose stessero davvero così, sarebbe forse possibile sostenere che la fase 1933-2008 abbia fornito alla Terra un surplus di energia, che il rientro nella normalità farebbe venir meno. In sostanza, il riscaldamento globale sarebbe stato indotto dalla straordinaria intensità dei cicli 17-23, ma potrebbe subire una battuta d’arresto ora che il Sole si è fatto meno attivo. Anche questa rimane una teoria, meno estrema però di quelle che indicano nel ciclo 24 l’avvio d’una nuova era glaciale.