L’inverno 1987 fece seguito ai freddissimi e nevosi inverni 1985 e 1986, forse per questo non viene ricordato per quanto meriterebbe soprattutto per il suo finale pirotecnico di marzo. Particolarmente gelido fu in Scandinavia il mese di gennaio, ancor più freddo del gennaio 1985. Nelle capitali scandinave la media termica di quel mese fu rispettivamente per Oslo, Stoccolma ed Helsinki di -14.2°C, -12.6°C e -17.9°C. Per poter fare un raffronto, quest’anno il mese di gennaio nelle tre città ha avuto rispettivamente le seguenti medie: +0.2°C, +1.3°C, -1.4°C. In Italia gennaio non fu così freddo, ma fu mediamente il terzo gennaio più freddo degli anni ’80 preceduto dal 1985 e dal 1981. Il mese di febbraio concesse una pausa all’inverno, non risultando tra i più freddi del decennio, ma stava semplicemente preparando il campo al marzo mediamente più freddo degli ultimi 50 anni, anche se la maggior parte dei record termici rimasero appannaggio del marzo ’71 e del marzo ’63.
A differenza del marzo ’71 (e presumibilmente del marzo corrente), freddissimo durante la prima decade e via via più mite nelle due successive, durante il marzo ’87 il freddo durò a lungo e in alcune zone raggiunse l’apice solo verso metà mese.
Il freddo giunse in Italia dall’Artico tra il 3 e il 4 di marzo. La caratteristica principale di quell’ondata di freddo fu la perduranza nel tempo. Ad Udine le temperature minime rimasero sotto zero dal giorno 3 al giorno 18, raggiungendo i -8°C il giorno 4, i -7.5°C il giorno 6 ed ancora i -7.1°C il giorno 15. Similarmente a Venezia le temperature minime scesero sotto zero in tutti i primi 18 giorni del mese, con una punta minima di -6.2°C il giorno 4. Bolzano scese sotto lo zero in 16 dei primi 18 giorni e successivamente ancora in altre sei occasioni tra il 20 ed il 25 del mese, con una punta minima di -7.5°C il giorno 8. A Trieste 9 minime sotto zero, punta minima di -5.4°C e bora a 60 nodi (circa 110 km/h) il giorno 3.
Nella maggior parte delle città del nord il mese si paleserà mediamente più freddo sia del marzo 1971, sia di quello 1963, sia anche del marzo 1962, che pur senza valori estremi di grandissimo rilievo, fu mediamente più freddo dello stesso marzo ’63. Al nord il freddo fu dunque intenso, ma il tempo generalmente secco e non nevicò diffusamente.
Il freddo fu un poco più attenuato a Genova come a Roma. Nelle due città la temperatura non scese mai sotto le zero, ma mentre a Genova altri mesi di marzo risultarono complessivamete più freddi (’62 e ’71), a Roma il marzo 1987 rimane a tutt’oggi il più freddo degli ultimi 50 anni. Tuttavia il “meglio” di sé lo diede nelle zone interne del centro, sul versante adriatico e al sud, dove il mese si presentò molto freddo ed anche molto perturbato, quindi nevoso.
Firenze registrò 15 minime negative, un valore estremo di -7.4°C il giorno 7 ed una nevicata il giorno 16; Perugia 15 minime negative consecutive e 18 in totale, un valore estremo di -8.3°C il giorno 17 ed una nevicata il giorno 16; Pescara registrò una minima di -7°C il giorno 9 e ben 8 giorni di neve, di cui 6 consecutivi tra il giorno 6 e il giorno 11.
Il basso versante adriatico e quello ionico settentrionale furono probabilmente le zone più colpite dal freddo e dalle intemperie. La formazione di un’alta pressione tra Scandinavia e Russia, ed una relativa bassa pressione sui Balcani, convogliarono infatti sulla Puglia e le zone attigue masse d’aria d’origine continentale per molti giorni di seguito, accompagnati da forti venti da nord. A Bari con una media di +3.2/+9.4°C (minime e massime) il mese fu complessivamente più freddo persino di gennaio e febbraio dello stesso anno, ma ancor più eclatante, addirittura più freddo del gennaio 1985 e secondo solo, negli ultimi 50 anni, al febbraio 1956. Purtroppo i dati del capoluogo pugliese sono incompleti e non conosciamo ad esempio quelli inerenti la nevosità, ma possiamo riportare quelli delle temperature minime, che tra il giorno 5 ed il giorno 17 furono comprese tra -2.4 e +2.8°C.
Freddissime anche le Murge: a Gioia del Colle si raggiunse un valore limite di -8.2°C e si registrarono ben 5 giornate di ghiaccio (minime e massime sotto zero); così come il Gargano dove Monte Sant’Angelo scese 15 volte sotto zero, il Salento, dove a Galatina (Lecce) si toccarono i -4.6°C, il tarantino, dove a Grottaglie si toccarono i -6.4°C. A Santa Maria di Leuca oltre che per due nevicate, il mese verrà ricordato come il più freddo degli ultimi 50 anni, persino, di poco, più freddo del febbraio ’56.
Il freddo attanagliò anche le regioni vicine alla Puglia, come la Basilicata e la Calabria ionica. A Potenza si registrarono 7 nevicate, 8 giornate di ghiaccio, ed un valore minimo di -7.6°C. A Crotone una nevicata, nessuna minima sottozero ma per ben 13 volte la temperatura durante il giorno non arrivò alla soglia dei +10°C. Freddissimo anche a Napoli, dove nevicò il giorno 8, per ben 11 volte (9 consecutive) la temperatura minima scese sotto gli zero gradi, di cui 8 ad almeno -2°C, toccando un valore limite il giorno 7 di -3.6°C.
Anche Palermo ebbe giornate rigide ed anche un episodio nevoso il giorno 7, ma non avvicinò mai gli zero gradi. Rimase al limite dell’ondata di gelo la Sardegna, almeno la sua zona costiera. Ad Alghero solo 3 minime negative ed a Cagliari due giorni con massime sotto i 10°C.
In conclusione il mese fu rigido in tutta Italia, da record per le temperature persistentemente basse non solo per marzo in Puglia, mentre i valori estremi furono significativi e da record per marzo a Firenze, Perugia e Pescara, record che nemmeno in questo freddo marzo 2005 sono stati superati.
Il raffronto coi mesi di marzo 1963 e 1971 può essere effettuato consultando i seguenti articoli: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10436 www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10439