La figura anticiclonica di matrice azzorriana torna rapidamente a ricucire lo strappo inferto dall’irruzione artica, ma il suo nuovo insediamento sul Mediterraneo Centrale potrebbe essere molto meno efficace e prolungato rispetto a quanto si paventava solo qualche giorno fa. I massimi barici tenderebbero infatti rapidamente ad emigrare verso nord, trascinandosi tra la Danimarca e i settori meridionali scandinavi, lasciando così parzialmente scoperto il Mediterraneo dove potrebbero così facilmente intrufolarsi delle masse d’aria più fredde da oriente.
L’iniezione fredda dai Balcani giungerebbe verso le regioni adriatiche nella giornata di giovedì, mostrandosi inizialmente poco produttiva. Tuttavia, talune elaborazioni modellistiche mostrano come quest’avanzata retrograda d’aria più fresca potrebbe creare i presupposti per la formazione di una modesta ciclogenesi sul Basso Tirreno, sufficiente per risucchiare masse d’aria ancor più fresche orientali e mettere in moto tutta quella catena di montaggio favorevole ad esaltare i contrasti. Le regioni più esposte al cambiamento saranno quelle adriatiche ed interne, con lievi ripercussioni fin sul Nord Italia. Negli ultimi giorni della settimana il mulinello instabile potrebbe scivolare più a sud, con il raggio d’azione che verrebbe così ristretto alle estreme regioni meridionali.
Come già accaduto in altre occasioni, c’è il rischio che la lacuna ciclonica, una volta giunta tra lo Ionio e la Sicilia, possa perseverare in loco ed intensificarsi. Insomma, questa sorta di goccia fredda va monitorata con attenzione per il rischio che possa concretizzarsi l’ennesima parentesi perturbata insidiosa per le nostre regioni meridionali: nel momento in cui buona parte d’Italia soffre un trend siccitoso, è proprio il Sud che si sta prendendo le maggiori secchiate d’acqua.