C’è stato forte maltempo la scorsa settimana in Europa orientale e le alluvioni che hanno colpito Romania, Slovacchia, Ungheria, Ucraina carpatica (ovvero il nordovest del paese) e il sud della Polonia hanno fatto ripensare con timore alle inondazioni catastrofiche dell’agosto di due anni fa che sommersero vaste regioni dell’Europa centro orientale, lasciando sotto l’acqua tra le altre Praga e Dresda. Il paese più colpito è la Romania dove le piogge hanno causato otto morti e due dispersi. Più di 1.300 case e delle regioni di Bacau (nord-est), Dambovita (centro) e Gorj (sud-ovest) sono state sommerse dall’acqua, arrivata fino al mezzo metro. Il livello delle acque nella regione di Bacau è stato il più alto degli ultimi 50 anni.
Le alluvioni hanno danneggiato 213 ponti e cavalcavia e più di 230 km di strade del paese balcanico. Il governo romeno ha deciso di stanziare 8,7 milioni di lei (circa 210.000 euro) per far fronte all’emergenza nel Paese. Anche la Slovacchia ha registrato una vittima in conseguenza delle alluvioni che hanno colpito l’est del Paese, causate delle continue forti piogge che da lunedì 26 luglio hanno tormentato la regione. Un uomo di 42 anni è stato trascinato via dalla forte corrente d’acqua di un ruscello della località Svinica, nei pressi di Kosice, ed è morto. L’acqua ha invaso una trentina di comuni, mettendo in pericolo centinaia di persone. La situazione è peggiorata nella notte da giovedì a venerdì.
Ad almeno cento milioni di fiorini (400mila euro) ammontano per ora i danni causati in Ungheria dalle piogge torrenziali, che si sono abbattute nei giorni scorsi sul paese, in particolare nel nordest. La situazione più difficile è stata nel comune di Tokaj, dove si produce il famoso vino dallo stesso nome. Il sindaco ha chiesto un intervento straordinario del governo perchè molte famiglie sono rimaste senza casa. In Polonia il maltempo ha interessato il sud e il sudest del Paese, in particolare le regioni di Cracovia e di Rzeszow, con piogge intensissime soprattutto a ridosso dei Monti Tatra.
La fase di maltempo ha preso il via dal passaggio perturbato che tra sabato (nel nord) e lunedì (nel sud) ha attraversato l’Italia. Nel suo spostarsi verso est il maltempo ha appunto raggiunto i Balcani, come abbiamo più volte scritto nei giorni passati sulle nostre News. La persistenza della fase perturbata è da mettere in relazione alla saldatura tra l’alta pressione subtropicale e quella scandinava, che ha permesso a un “canale” di aria fresca di continuare a scendere verso la penisola balcanica, mantenendo viva la circolazione depressionaria, più evidente in quota che al suolo (goccia fredda).
Riportiamo per alcune località della regione la piovosità complessiva nel periodo compreso tra lunedì 26 e sabato 31 luglio, nonché la suddivisione giorno per giorno.
In Ucraina L’viv, nota anche con il toponimo italiano Leopoli, ha registrato 112 mm (0, 1, 20, 70, 13, 8 nei 6 giorni) e Uzgorod 48 (0, 3, 7, 26, 4, 7, 1). In Ungheria 119 sono stati i mm caduti a Szeged, dove manca il dato di venerdì 30 (parziali 13, 89, 6, 10, n.p., 1), 107 a Miskolc (25, 35, 36, 6, 4, 1) e 98 a Debrecen (32, 18, 42, 5, 1, 0).
In Romania spiccano i 103 mm di Sighetu, nell’estremo nordovest (parziali 2, 15, 53, 6, 21, 6), ma notevoli anche i 63 di Cluj-Napoca (0, 13, 29, 12, 6, 3), mentre a Bacau nel periodo considerato sono caduti solo 28 mm (0, 0, 18, 3, 3, 4) ma ne erano caduti già 70 tra giovedì 22 e domenica 25 luglio.
92 mm sono caduti a Kosice, Slovacchia, tra lunedì 26 e sabato 31 (parziali 14, 46, 22, 10, 2 ,0), mentre nel sud della Polonia Cracovia, di cui manca il dato di giovedì, si è fermata a soli 22 mm (parziali 3, 8, 7, n.p., 4, 0) e Rzeszow ne ha accumulati 132, anche qui senza la disponibilità del dato di giovedì (28, 38, 33, n.p., 33, 0). A Zakopane, nota località di villeggiatura estiva e sport invernali alle pendici nord dei Monti Tatra, l’effetto stau ha detto ampiamente la sua e nel periodo, con anche qui il dato di giovedì mancante, sono caduti ben 176 mm (11, 43, 71, n.p., 51, 0).
Notiamo come tanto in Slovacchia, quanto nel sud polacco, ovvero nella parte nordoccidentale dell’area geografica presa in esame, sabato 31 le precipitazioni si fossero ormai esaurite.
La persistenza probabile, nel futuro prossimo, dell’anticiclone scandinavo fa sorgere una certa apprensione, in quanto il flusso perturbato proveniente da ovest/nordovest potrebbe finire per aprirsi faticosamente una strada proprio nel punto debole della struttura anticiclonica, ovvero il “ponte” sulla regione germanica, configurando una situazione barica simile appunto a quella dell’agosto 2002, anch’esso caratterizzato da un’alta scandinava possente e duratura, che portava i termometri a ridosso dei 30°C a Trondheim e oltre i 20°C sugli altopiani norvegesi (Telemark, Dovrefjell), mentre piogge torrenziali martellavano la regione danubiana.