Abbiamo assistito, sino a poche ore fa, ad una manovra evolutiva depressionaria che ha riportato freddo e neve sulla nostra Penisola, dopo una latitanza preoccupante ed anomala.
Lo sguardo del previsore non si è fermato al now-casting, per altro importante, ma è andato subitaneamente ad osservare i mutamenti sinottici e teleconnettivi che questa ciclogenesi mediterranea avrebbe potuto suggerire.
La saccatura fredda ha sottolineato un vistoso calo dell’attività polare corrisposto ad una fase NAO ed AO in forte negativizzazione, con una pulsione EAJ grandemente migliorata.
Tutto ciò ha destato interesse e molta curiosità nel monitorare le teleconnessioni in funzione dei cambiamenti sinottici futuri.
I maggiori centri di calcolo hanno iniziato da qualche giorno a formulare le proprie ipotesi, mostrate
attraverso mappe che, talvolta disegnano scenari apocalittici, talvolta ondulazioni semi-zonali e scarsa meridianità.
Nella più completa normalità dei calcoli matematici, tra le varie emissioni, accade spesso che vengano ritrattati gli impianti barici europei-mondiali ma, in quest’ultimo periodo, seppur con altalenanti ispirazioni, sembrano proporre uno scenario tipicamente invernale.
I maggiori segnali di un cambiamento energico e votato al freddo sono forniti dall’analisi stratosferica. Nei tempi addietro abbiamo assistito a continui warmings in area aleutinica; quest’ultima ha dato origine ad una situazione di blocco notevole ed a conseguenze troposferiche riscontrabili nell’ultima seria irruzione americana ed anche in questa prima depressione europea.
Purtroppo, la situazione nelle Aleutine, seppur accompagnata da un Canadian warming, non ha potuto rappresentare motivi di grande interesse in area italica poiché gli index teleconnettivi non hanno collaborato: NAOdeb+, AO+, QBO+, EAJ+, ITCZ forte, fattore Cella di Hadley discriminante, MJO in fase non proficua, assenza di azioni di blocco.
Nei precedenti venti giorni gli index sopraccitati, almeno in maggioranza, hanno iniziato ad oscillare, ad evolvere, mostrando vitalità e convinzione e, a questo quadro d’insieme, aggiungiamo una interessante situazione stratosferica che sembra migliorare giorno dopo giorno.
Nell’incursione polare appena trascorsa abbiamo valutato i movimenti stratosferici e gli effetti sulla troposfera; il VPS ha subito un decremento delle velocità zonali, subendo lievi riscaldamenti, e con un Ep-flux stratosferico ad azione convergente, unito ad Ep-flux troposferico in intensificazione con una previsione di sfondamento in area stratosferica, con flusso di calore anch’esso previsto in incremento. Gli effetti più visibili nelle mappe sinottiche sono stati l’indebolimento del Vp nella sua sede d’origine, con spostamento verso nord/nord-est, l’azione meridiana azzorriana e di riflesso, una miglior condizione dell’ east atlantic jet in connubio ad una artic oscillation, entrambi in fase di negativizzazione.
Questa previsione stratosferica ha avuto conferme nella profonda onda rossbyana avvenuta ed ha lasciato spazio ad ampi ed enigmatici punti interrogativi per il futuro della stagioni in fieri.
Al momento stiamo osservando una debole azione anticiclonica che rafforzerà gradualmente il campo pressorio, favorendo le escursioni termiche ed un riscontro climatico in media, ma il vero quesito è carpire i progetti che l’andamento stratosferico sembra poter avere in cantiere.
[b]Situazione polare/stratosferica attuale[b/]
Il vortice polare si trova nel classico 3-wave pattern, con posizionamento intenso in area scandinavo-russa, in area canadese orientale e nel Pacifico settentrionale.
Potrebbe accadere, in seguito al forte warming in atto, che vi sia una traslazione, uno shift di un intera parte di core del Vp in sede mediterranea, grazie ad una azione di blocco evidenziata dall’index AO in probabile forte negativizzazione.
Potrebbe anche accadere che vi sia una bilocazione del Vp con un forte inserimento dinamico e consequenziale slittamento polare che, essendo(sembra) localizzabile in area scandinavo-russa, invierebbe aria continentale molto fredda sulla nostra Penisola, con azioni di richiamo umide da sud-ovest.
Purtroppo non siamo sicuri di nulla e non siamo confortati da una Qbo che, se fosse già in fase negativa, avrebbe senz’altro favorito l’azione longitudinale con easterlies accentuate.
Stiamo monitorando una situazione che potrebbe essere molto fredda e dalle proporzioni notevoli ma, come spesso accade, la linea che divide una normale configurazione da uno scenario cruento è spesso sottile.