Sabato 9 ottobre, come abbiamo già scritto, il tifone Ma-on ha investito il Giappone, in particolare la parte meridionale dell’isola di Honshu, portando piogge alluvionali e venti distruttivi lungo il suo percorso. Al momento del landfall presso la baia di Tokyo, Ma-on era accompagnato da venti intorno alle 100 miglia orarie e si spostava verso nordest a circa 40 miglia orarie.
Quando il tifone è passato vicino a Tokyo, venti intorno 80-90 miglia orarie hanno investito la città, contemporaneamente battuta da una pioggia incessante. Il 9 ottobre nella capitale sono caduti 130 mm, che si sommano ai 152 del giorno precedente, per un totale di 282 mm in 48 ore. Poco a sudovest di Tokyo, Omeazaki ha ricevuto 168 mm sabato 9, che diventano 408 considerando anche le piogge abbondanti del venerdì.
Procedendo verso nordest Ma-on ha portato buoni accumuli sulle zone costiere e subcostiere del nordest di Honshu, tuttavia non eclatanti per la elevata velocità di spostamento e quindi la breve durata dei fenomeni più intensi. Alcuni valori di pioggia cumulata il 9 ottobre: Hamada 138, Onahama 72, Sendai (che ricordiamo sede del ritiro della nazionale italiana di calcio agli ultimi Mondiali) 65.
Nella tarda mattinata di sabato, ora EDT (che in Giappone corrisponde alla tarda serata, visto che l’ora JST è 13 ore avanti a quella EDT), Ma-on era già centrato 240 miglia a nordest di Tokyo, muovendosi verso nordest a circa 45 miglia orarie, con venti sostenuti di 85 miglia orarie. La tempesta era ormai in procinto di divenire una semplice, ancorché forte, tempesta extratropicale, dirigendosi in mare aperto verso la parte più settentrionale del Pacifico.