Quasi tutta l’Europa Centro-Orientale risente dell’ampia circolazione ciclonica, il cui perno si è andato a collocare, in queste ultime ore, tra l’Adriatico Meridionale e le nazioni balcaniche. La figura di bassa pressione si è chiusa in un vortice rotatorio pressoché bloccato sulla stessa posizione, complice l’affermazione di un’alta pressione alle latitudini più elevate dell’Europa Settentrionale.
Il Continente appare dunque visibilmente diviso a metà fra le zone di bel tempo e quelle dove invece impera l’instabilità. Il cielo è pressoché sgombro da nubi sull’Iberia, la Francia, i Paesi Bassi, la Danimarca, parte della Germania, le Isole Britanniche e la Penisola Scandinava. In tutte queste zone agisce una cellula di alta pressione, i cui massimi sono posti ad alte latitudini.
L’anello debole di questo corridoio anticiclonico si trova sulle nazioni occidentali europee, ove sta venendo progressivamente meno il supporto sub-tropicale a causa dell’avvicinamento di una saccatura oceanica. Non vi sono perturbazioni significative annesse a tale saccatura depressionaria, ma il progressivo incedere verso est sarà sufficiente a determinare l’intrusione di correnti più instabili su Francia e Penisola Iberica: quest’aria instabile tenderà ad intrufolarsi anche sul Mediterraneo Centrale, andando ad interagire con la circolazione ciclonica ivi presente.
La struttura depressionaria ad occhiale terrà così a bada nuove significative rimonte anticicloniche sull’Europa Mediterraneo e prolungherà così la convalescenza instabile per tutta la restante parte della settimana. La fenomenologia diverrà certamente più frammentaria e concentrata sia nello spazio che nel tempo. D’altronde, se diamo uno sguardo all’istantanea satellitare, anche quest’oggi buona parte dell’Italia risente con incisività della rotazione degli ammassi nuvolosi, associati al minimo ciclonico posto in vicinanza dell’Adriatico Meridionale.
La maggiore instabilità si è così spostata sulle regioni del Sud e sulla parte settentrionale della Sicilia. Nelle ultime 24 ore rovesci temporaleschi di forte intensità si sono abbattuti su alcuni settori tirrenici meridionali, ma ancora sulla Puglia e sul Molise. Abbiamo ampiamente sottolineato come queste precipitazioni risultino decisamente anomale per quanto concerne il Sud: basti considerare che a Messina, dopo le ultime abbondanti precipitazioni di Giugno, il totale pluviometrico di Giugno ha raggiunto la strabiliante cifra di quasi 150 millimetri.
Si tratta di un quantitativo di pioggia ben 10 volte superiore alla media mensile, ma ugual discorso si può fare anche per altre località della Calabria, della Campania e della Puglia, ove le piogge sono andate assai oltre le medie del periodo. Non sono mancati diffusi nubifragi accompagnati da frequenti grandinate, ma ormai l’eccezionalità dell’attuale situazione è data anche dalla persistenza di questa circolazione instabile di blocco.
Il discorso invece è diverso per quanto concerne il Nord, ove i temporali, anche localmente intensi, sono decisamente più normali in questo periodo. Peraltro, vale la pena di sottolineare come il Nord abbia risentito in misura inferiore del maltempo di questi ultimi giorni, grazie ad un sostanziale riparo operato dalle catena alpina, sebbene non siano mancate formazioni temporalesche decisamente degne di nota.
Ora l’instabilità potrebbe leggermente tornare più vivace anche al Nord, soprattutto per quanto attiene le zone alpine e prealpine. La mancata affermazione di una figura anticiclonica farà proseguire questa convalescenza meteo dalle caratteristiche non propriamente estive, mentre per una svolta decisiva verso il bel tempo bisognerà attendere la prossima settimana e pertanto l’inizio del mese di Luglio.