Erano tantissimi anni che le regioni del Nord, specialmente quelle a settentrione del fiume Po, non vedevano così tanta acqua; potremo citare l’estate 2002, tuttavia il ricordo va più lontano, al 20 luglio 1987, quando – dopo un periodo di piogge incessanti – una violenta perturbazione scatenò la terribile alluvione della Valtellina.
Ora, come allora, in questa estate 2008 piove fitto e di frequente: i fiumi sono in piena, i laghi tracimano da mesi, è piovuto più che nei mesi precedenti di quel luglio 1987. Nessuno di noi può prevedere alluvioni o eventi simili a quello passato, ma questa è un’estate molto piovosa per parte del Nord Italia.
La genesi del maltempo
Dopo aver interessato la Francia, sabato mattina una perturbazione di origina atlantica si è portata sulle Alpi: il fronte nuvoloso – spezzato in due – ha richiamato aria molto calda dal nord Africa verso la Penisola ed il Mare di Sardegna. Nel settore occidentale della Val Padana, la temperatura era molto elevata e da giorni era presente un altissimo tasso di umidità con un punto di saturazione dell’aria attorno a 20/22°C. C’era afa, con avvisaglia di temporale: per domenica pomeriggio le proiezioni dei modelli matematici indicavano possibili violenti temporali dal Piemonte e Valle d’Aosta verso est, specialmente in Lombardia e Triveneto, ma già per sabato si attendevano isolati temporali pre-frontali, sovente violentissimi in tal contesto meteorologico.
Sabato 5 luglio 2008
Un’area nuvolosa ha interessato il Piemonte settentrionale: dal Meteosat vediamo un ribollire di nubi temporalesche, improvvisamente nasce una supercella temporalesca in rapido moto verso nord est. Vista dal Satellite appare di forma sferica, mentre forti venti in quota modellano il cappello del top nube e lo spostano rapido verso il Canton Ticino.
La supercella è un sistema nuvoloso che attrae a sé energia dalle nubi circostanti. E’il cumulonembo dei super temporali, cumulonembi che, sotto intensissimi venti ascensionali, sfondano verso la Tropopausa (quindi ben oltre i 12 km di altezza).
Siamo nel nord del novarese, nel lato sud della cella temporalesca si creano da subito condizioni atmosferiche pericolose: il vento spicca a velocità di raffica anche oltre i 150km/h, spazza via tetti, abbatte alberi, dal cielo plumbeo e sotto una pioggia di intensità monsonica cadono blocchi di ghiaccio sino a 5 cm di diametro.
Il temporale prosegue la sua corsa verso nord, flagella il varesotto, il comasco, dà origine ad altri violenti temporali nel Canton Ticino. In alcune zone sono misurati oltre 60 mm in circa mezz’ora.
Segue un miglioramento, mentre altri temporali di normale intensità si formano nelle Alpi e nelle Prealpi.
Domenica 6 luglio 2008
Tutti gli indici atmosferici indicano possibilità di temporali, è stato confermato il severo peggioramento per il pomeriggio, specie per Lombardia e Triveneto, per le quali sono state emesse allerte meteo della Protezione Civile.
Nel primissimo pomeriggio, una nube temporalesca esplode in altezza verso la Tropopausa, il top nube misura un valore di -70°C: veduta dal satellite appare sovrastare tutte le altre, ha la forma di fungo atomico, è gigantesca. Probabilmente sale sino a 14/15 km di altezza. Si erge a sud di Torino, città che quest’anno ha veduto numerosi e violenti temporali, i suoi monti portano ancora il segno dell’alluvione di alcune settimane fa.
Il temporale assume violenza inaudita: nel settore meridionale della provincia di Torino cadono blocchi di ghiaccio grossi sino a 6 cm di diametro; i venti del temporale sicuramente toccano velocità di circa 130/150 km/h, lo si deduce dall’entità e diffusione dei danni. I mass media parleranno di tromba d’aria, termine erroneamente accostato per raccontare dei venti fortissimi.
Intanto, in Lombardia l’atmosfera è carica, si formano i primi temporali nella zona dei Laghi, Milano attende un nuovo temporale intensissimo, anche più violento di quello scatenatosi qualche giorno prima. Ma su Milano giungeranno solo effetti marginali del peggioramento.
La fortissima cella temporalesca che si era attivata nel sud torinese si porta verso est, investe l’astigiano, zona non nuova quest’anno al severo maltempo (grandine, tantissima, venuta giù da aprile su campi, paesi e città). Enormi chicchi di grandine, non più arrestati dalle fortissime folate di vento, si sfracellano al suolo e bucano i tetti di alcune abitazioni. Dai radar meteorologici e osservazioni a terra, rileviamo un eccezionale corridoio della grandine largo una decina di chilometri che ha percorso circa 35 km tra torinese e artigiano e ha martellato città, paesi e campagne.
E’ metà pomeriggio in Lombardia, il cielo brulica di nubi cumuliformi, sulla pianura l’afa è insopportabile; mentre si dissolve il super temporale del Piemonte, si innesca un repentino peggioramento delle condizioni meteo: enormi cumulonembi si ergono ben oltre i 12 km di altezza nel lecchese, piove a dirotto in Valtellina con fulmini e grandine. Nelle Prealpi lombarde si origina una rara serie di cluster temporaleschi che danno origine a nubifragi e soprattutto a ingenti grandinate, con danni all’agricoltura ed ai beni. Vengono osservati in decine di paesi chicchi di grandine di 3-4 cm di diametro.
In questo pomeriggio di luglio sono migliaia le persone che si trovano all’aperto, in alcune zone la gente è spaventata per il susseguirsi dei violentissimi temporali, la redazione del Meteo Giornale riceve decine di e-mail da parte di persone che hanno avuto l’auto danneggiata dalla grandine, c’è chi dice che è praticamente distrutta. Si parla di escursionisti bloccati. Eppure il maltempo era stato ampiamente previsto e la Protezione Civile aveva diramato un’allerta meteo.
Le celle temporalesche si susseguono una all’altra nel nord della province di Bergamo e di Brescia, per estendersi alla regione dei Laghi d’Iseo e Garda dove le nubi sotto l’effetto “lake” scatenano ulteriori moti convettivi e i chicchi delle grandinate assumono dimensioni smisurate. La zona non è nuova a simili fenomeni, perché in questo decennio abbiamo censito nel settore est dei due Laghi due super grandinate insieme ad altre comunque devastanti. Dal cielo cadono chicchi di grandine enormi, anche oltre i 7 cm di diametro: sono sfondati i parabrezza delle auto, la gente cerca riparo ovunque, anche sotto gli alberi. Su internet troverete decine di video che hanno ripreso il fenomeno.
Mentre sulle rive del Garda i turisti fanno riprese e si lamentano dei danni, il terribile treno della grandine viaggia rapido verso l’entroterra, martella la collina, dove perde forza. Anche qui la grandine devasta ogni cosa, i danni all’agricoltura sono incalcolabili. Il temporale grandinigeno si sposta rapido verso la pianura, dove riprende forza, la sua intensità torna ad essere inaudita, diviene una supercella.
Dagli enormi cumulonembi, treni di grandine martellano la pianura veneta, raffiche di vento poderose capovolgono alcuni grossi camion, spazzano via tetti. I temporali investono città, paesi, autostrade. In talune località del Veneto la grandine e le raffiche di vento danneggiano le abitazioni: a fine temporale si vedranno gravissime ferite nel cemento. Centinaia di fulmini solcano il cielo, la nube del temporale rotea attorno ad un suo asse, mentre dalla base della nube si intravvedono diverse piccole trombe d’aria.
La pianura veneta per orografia è, in Italia, tra quelle zone che più si adattano ad ospitare supercelle e trombe d’aria, ed in effetti nelle zone investite dai temporali i fortunali estivi non sono infrequenti.
Chi si trova in auto cerca riparo sotto i distributori di carburante, i cavalcavia, gli alberi; in parecchie circostanze la grandine è di tal violenza che spacca i parabrezza con gli occupanti all’interno dell’automobile.
La supercella libera la sua ira nei pressi di Venezia, ed in mare origina un’enorme tromba marina, ma nella bassa pianura del Veneto, sono parecchie le piccole trombe d’aria osservate.
Lunedì 7 luglio 2008
Una nuova sfuriata di temporali si forma nel Canton Ticino, viene nuovamente investito il varesotto, sulla città i fortissimi venti causano ingenti danni; si parla di tromba d’aria, ma molto probabilmente è la raffica del temporale, un fenomeno che in Italia può causare ben più danni di una vera tromba d’aria. Si innescano temporali nelle Prealpi Lombarde, dove torna a grandinare: ad essere colpite pesantemente sono di nuovo le province montane di Bergamo e Brescia. Su alcune località, nuovi nubifragi accumulano anche oltre 50 mm d’acqua in mezz’ora, a fine giornata il totale della pioggia è notevole, ormai tutti i corsi d’acqua sono in piena.
A fine pomeriggio, l’area di instabilità si porta veloce nel Triveneto: un fortunale interessa il basso Trentino, si porta nel Veneto, mentre in Friuli Venezia Giulia raggiunge il picco massimo di intensità. La pianura friulana è interessata da una famiglia di celle temporalesche intensissime, con una multicella e forse una supercella temporalesca. Sono interessate le province di pianura di Udine, Pordenone e Gorizia, mentre un intenso temporale raggiunge anche Trieste.
Ci sono anche nuove grandinate con chicchi dalle dimensioni sino a 4 anche 5 cm di diametro. Localmente, le raffiche di vento sono di tal violenza da strappar via tetti dalle case, travolgere auto e camion.
Ma il maltempo non è finito: durante la preparazione di questo articolo, nuovi intensi temporali si sono formati in una stretta regione della Val Padana che va dalla Brianza al veronese, fino alla zona di Udine. Ancora grandine, forti colpi di vento e tanti fulmini.
Tuttavia, il maltempo non ha interessato tutto il Nord Italia, in questi giorni non ci sono stati temporali in Liguria e nelle regioni alpine del Piemonte e della Valle d’Aosta. Qualche temporale isolato si è avuto nella media pianura lombarda, solo afa nella bassa Lombardia ed in Emilia Romagna (qualche temporale in costa romagnola). C’è un forte divario precipitativo fra località di pianura e le Prealpi: c’è un eccesso di pioggia notevolissimo sui monti e colline, mentre in pianura non è piovuto. E’ questo il periodo dell’anno dove nelle zone alpine e prealpine si hanno le maggiori piogge, mentre nella parte della media e bassa pianura Padana le piogge divengono sporadiche e – sovente causate da temporali – con una distribuzione fortemente disomogenea.
Nel contempo, le piogge sono state più fitte nelle Prealpi rispetto alle Alpi, nel Trentino più che in Alto Adige, nelle Prealpi venete e media pianura più che nelle Alpi. Da qualche giorno sono diffuse in Friuli Venezia Giulia, regione più piovosa d’Italia.
Si rileva, però, una novità rispetto alle altre estati: i temporali assumono intensità straordinaria, sono stati di violenza estrema. C’è solo da sperare che il trend di temporali violentissimi che da due mesi investe l’Europa centrale non si estenda anche da noi. Che sia solo l’inizio?