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L’ondata di caldo raggiunge l’Italia: cause, analisi e probabili effetti

di Stefano Zerauschek
14 Lug 2009 - 18:05
in Senza categoria
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Elaborazione grafica Meteo Giornale S.r.l..
Gli scambi meridiani, tra il Sahara e l’Europa Centrale, in risposta a discese fredde sull’Atlantico orientale, rappresentano una situazione molto comune nelle estati italiane. A guardare le statistiche, appare di considerevole attendibilità il fatto che questi flussi siano aumentati a partire dai primi anni’90, sia in numero che per intensità.

Non a caso tre delle più calde estati europee e mediterranee sono avvenute negli ultimi 20 anni: 1994, 1998 e 2003 e molti record di caldo sono stati ampiamente ritoccati anche due anni fa.

Si tratta di periodi che hanno visto frequenti rimonte anticicloniche nord-africane a scapito di quelle azzorriane, le quali ultime, frequenti in precedenza, sono generalmente accompagnate da aria più secca e meno rovente.

La latitanza proprio dell’anticiclone delle Azzorre, che resta lontano, in mezzo all’Oceano Atlantico, favorisce, lungo il suo bordo destro, un canale di correnti fresche ed instabili che dall’Islanda scendono fino alle Isole Canarie; la saccatura che conseguentemente si crea, attiva, di contro, un flusso molto caldo che dal Sahara centrale risale verso l’Europa, raggiungendo, talvolta, la Penisola Scandinava centro-meridionale e la Russia.

Questa massa è molto secca e molto calda in quota, fattori che la rendono estremamente stabile ed anticiclonica.

Tali fattori sono alla base anche dell’onda di calore che ha raggiunto l’Italia in queste ore; essa si tratterrà sul bacino centrale del Mediterraneo fino a venerdì, con gli apici di caldo a fine evento, tra giovedì e venerdì, appunto.

In questi giorni, al suolo, l’anticiclone africano pone i suoi massimi pressori sulle Alpi, con circa 1020hPa, mentre si hanno delle depressioni termiche sul nord Africa, tanto che i venti prevalenti, nei bassi strati, sono nord-orientali, laddove riescono a superare il vettore delle brezze, nelle zone sottovento, o a rinforzarlo, in quelle sopravvento.

La forte struttura di questa configurazione barica di origine sahariana è, invece, ben visibile in quota, con una robusta “campana” (termine usato per definire lo sviluppo anche verticale di una figura anticiclonica dinamica presente a tutte le quote) che si estende dall’Algeria fino alla Russia europea, con un asse Sud-Ovest/Nord-Est.

La massa originaria, secca e caldissima, diviene umida sorvolando il mare e poi ristagnando in area mediterranea, così, agli alti valori termici, c’è sempre da aggiungere un’elevata umidità che in alcune aree costiere può superare il 90% anche in pieno giorno. Se, da una parte, l’inerzia termica, dovuta all’alto tasso di umidità, può relativamente contenere le temperature massime, dall’altra parte, di notte, vi è un’irrisoria perdita di calore verso lo spazio e quindi una persistenza del caldo molto afoso in tutte le 24 ore.

Nelle zone interne, a livello del mare o in collina, a fronte di umidità più contenute, i valori termici massimi possono ampiamente valicare i 35°C e, talvolta, raggiungere i 40°C, come accade con una certa frequenza, in questi casi, specie nelle zone interne del Centro-Sud e sulle isole maggiori.

A circa 1600m, nella libera atmosfera, si sfioreranno i 20-21°C al Nord e al Centro peninsulare, i 22-23°C al Sud e Sicilia ed i 24-25°C sulla Sardegna meridionale.

La presenza di aria calda su tutta la colonna è la caratteristica tipica degli anticicloni dinamici ed in particolare di quello africano; lo zero termico salirà a oltre 5200m tra il Tirreno e l’Italia Meridionale, mentre le Isole Maggiori verranno lambite dall’isoipsa dei 594 decametri di altezza del Geopotenziale (gpdam), un valore pressoché massimo alle nostre latitudini e che indica la robusta struttura dell’alta pressione anche in quota.
Tutto ciò fa pensare ad una possibile persistenza, o riproposizione, del nucleo nord-africano anche dopo il prossimo week-end, superato il passaggio instabile di sabato.

Durante questa prima fase, probabilmente, non si raggiungeranno picchi di calore record, ma la sensazione di sofferenza sarà elevata, giacché, fin’ora, non è stata un’estate particolarmente stabile e calda; il contrasto è e sarà netto.

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