Torniamo ad approfondire la situazione che, come descritto nell’ultimo editoriale, sembra voler rimarcare maggiori conferme all’impronta della neve e freddo per il prossimo fine settimana.
La neve è caduta abbondante, durante questo week end, su molte zone insulari e peninsulari della nostra Penisola. Diverse aree sono state coperte da un spesso manto bianco e non solo in pianura, vedi caso eclatante dell’Emilia Romagna (bolognese), ma anche nel settore centro orientale padano; mentre si sono presentate a quote di media e bassa collina sulle centrali.
A detta regola non è sfuggita la Sardegna che, oltre i 400 mt circa e nelle zone interne, ha assistito ad abbondanti rovesci nevosi, tali da rendere non indifferenti disagi.
Un’ Italia sotto una insolita bianca “tenuta”.
Il mal tempo, in queste ore, sembra acuirsi maggiormente sulle regioni centro-meridionali sia tirreniche che adriatiche, ma soprattutto nelle zone interne. Tutto in progressione, graduale, verso le regioni meridionali.
Detto ciò, come preambolo, cosa ci potrebbe riservare il futuro, sul medio e lungo raggio?
Dopo una relativa pausa anticiclonica, tra mercoledì e giovedì della presente settimana, accompagnata da un temporaneo rialzo termico, si potrebbe diagnosticare un nuova discesa di aria polare marittima che, verso il fine settimana, porterebbe nuovamente cattivo tempo sulle nostre regioni.
Come evidenziato dalla carta ECMWF, rielaborata, si prospetta una depressione (sabato) sul medio ed alto Tirreno, con tanto di fronte freddo annesso ed in evoluzione verso SE.
Tale bassa pressione dovrebbe maggiormente interessare con nuove precipitazioni nevose, a quote pianeggianti, il settore di NW (Piemonte e Lombardia occidentale) anche se non è da escludere, al momento e nella fase evolutiva di detto vortice, un interessamento dell’Emilia Romagna e del Veneto centro orientale.
Alla visione attuale dei modelli, non si prevedono precipitazioni nevose a quote medio basse sulle centrali. La quota neve, stimabile per dette aree geografiche, dovrebbe oscillare tra: i 500 mt. per quanto riguarda la Toscana settentrionale e Liguria; mentre intorno 700 mt. circa, per le regioni centrali.
Rimane in ogni caso una situazione molto “caotica” e di interesse evolutivo estremo.
Il “mix” inverno/primavera, spesso è “esplosivo” ed in grado di produrre molto più di ogni rosea previsione.
Mancano ancora del tutto chiari segnali, anche sul lungo raggio, a favore di una netta e chiara controtendenza primaverile.