Il solito tempo:
la categoria dei meteo-appassionati è talmente ampia da contenere al suo interno gusti e preferenze di varia natura: c’è chi apprezzerà il tempo attuale, spesso grigio e piovoso. Chi invece preferirebbe una “sana” rimonta anticiclonica per consentire al territorio zuppo d’acqua di respirare un po’. Chi ancora ripone qualche speranza in un risveglio tardivo della stagione invernale. Quel che è certo è che la tipologia meteorologica registrata sinora è talmente insistente da risultare noiosa. Chi giornalmente, come noi, si trova a dover scrivere tendenze a lungo termine apprezzerebbe una maggiore dinamicità atmosferica, così da rendere gli approfondimenti meno scontati tanto per il lettore quanto per chi scrive.
Inverno anomalo:
è chiaro che l’utilizzo del termine “inverno” è obbligato perché febbraio – al pari di gennaio – è un mese invernale per antonomasia. Se dovessimo utilizzare un termine descrittivo del quadro meteorologico prevalente, dovremmo utilizzare giocoforza il vocabolo “autunno”. Vocabolo che sintetizza la pesante anomalia stagionale, perché al di là della collocazione dell’Italia nel cuore del Mediterraneo, l’assenza di “vere” sfuriate fredde è accadimento che si verifica raramente. Si può discutere sulle anomalie termiche, altrettanto si può fare per quel che concerne le precipitazioni. Ma è innegabile che l’andamento stagionale si stia rivelando assolutamente anomalo.
Maltempo preoccupante:
purtroppo le ondate di maltempo all’orizzonte rischiano di produrre altri danni. Il suolo, in molte regioni, è giunto al punto di saturazione ed ogni goccia d’acqua aggiuntiva rischia di scorrere in superficie senza colpo ferire. Il livello delle falde acquifere, in molti casi, è così alto che ogni minima pioggia provoca ondate di piena. Se poi ci aggiungiamo il fatto che anche nei prossimi giorni pioverà tanto – anche se non su tutte le regioni – il livello d’attenzione dovrà restare altissimo. Impossibile scordarsi delle Alpi, che continueranno a ricevere apporti nevosi eccezionali. Anche in questo caso il rischio “disastri” è incombente.
Atlantico piglia tutto:
lo ribadiamo: il Vortice Canadese continuerà ad alimentare la Depressione d’Islanda e la serie infinita di perturbazioni continuerà ad interessarci direttamente. Sarà così sino a metà mese e tra l’altro potrebbe verificarsi un maggiore coinvolgimento del nostro Paese con inserimento di un po’ d’aria fredda Polare-Marittima che aiuterebbe a mantenere le temperature sui binari della normalità.
Il trend a medio termine:
lo snodo cruciale potrebbe essere rappresentato dal giro di boa mensile. I modelli di previsione, chi più chi meno sembrano indicare una maggiore dinamicità atmosferica indotta dal rallentamento del Vortice Canadese. Rallentamento che darebbe modo all’Alta delle Azzorre di tentare le prime sortite verso nord, innescando quegli scambi meridiani tipici di fine stagione.
Stratosfera, manovre poco incisive:
il ben noto riscaldamento stratosferico, lo abbiam detto in occasione del precedente editoriale, avranno ripercussioni minime ai piani più bassi dell’atmosfera. Tuttavia qualche effetto lo si potrebbe notare, non è da escludere infatti che la dinamicità di cui s’è discusso pocanzi – collegata ad altri pattern configurativi in procinto di cambiamento – sia riconducibile a quanto sta succedendo lassù.
Focus: evoluzione sino al 18 febbraio 2014
Il maltempo continuerà ad interessare la nostra Penisola anche nei prossimi giorni. Giovedì avremo una tregua, finalmente verrebbe da dire, ma venerdì arriverà l’ennesima perturbazione e ne seguiranno altre almeno sino a metà della prossima settimana.
Il trend atlantico, come detto, potrebbe persistere sino a metà mese. Le maggiori ondulazioni del getto d’alta quota sembrerebbero poter innescare saccature più incisive, alimentate da componenti d’aria fredda polare-marittima. Al momento non possiamo escludere la possibilità che l’Alta Pressione, solleticata da affondi ciclonici in pieno Atlantico, possa visitarci temporaneamente proprio a conclusione dello step previsionale.
Evoluzione sino al 23 febbraio 2014
Dovendo ipotizzare uno scenario plausibile per l’ultima decade, si potrebbe puntare verso i classici colpi di coda stagionali. Le incursioni fredde Artiche, per intenderci, potrebbero ripresentarsi al fotofinish.
In conclusione.
Al di là di come andrà la seconda metà di Febbraio, quello in corso è un inverno che verrà ricordato per la mancanza di freddo e per l’abbondanza delle precipitazioni.