L’inizio del nuovo mese è caratterizzato sempre più da un’erosione del campo barico sul Mar Mediterraneo, ad opera dell’espansione di un vasto sistema depressionario nel cuore dell’Europa, il quale ha costretto l’Alta Pressione oceanica ad una posizione sempre più defilata verso ovest.
Si tratta del medesimo profondo vortice, osservato nella giornata di ieri, quando sprigionava la sua massima potenza poco a nord della Scozia, sorretto da un’alimentazione gelida a tutte le quote, che va man mano propagandosi, seppure attenuata, in direzione della Francia settentrionale e tutte le coste europee affacciate al Mare del Nord.
A prima vista parrebbe essere un energico peggioramento, in realtà l’ondulazione depressionaria non riuscirà a penetrare in maniera decisa sul Mediterraneo Centro-Occidentale, a causa di una configurazione barica non congeniale.
Il cambiamento meteo si farà tuttavia sentire anche sulle nostre regioni, seppure solo con il respiro occidentale debolmente fresco, umido e piovoso, mentre l’aria più rigida (caratteristiche artico-marittime) tenderà ad astenersi dal fare ingresso sul Mediterraneo e sarà in buona parte trattenuta dalla barriera alpina.
Dopo un lungo periodo d’egemonia anticiclonica, anche un semplice ingresso perturbato rappresenta una novità non da poco. Tuttavia, i mesi tardo-autunnali e Dicembre sono stati relativamente generosi da questo punto di vista, con scarso spazio alle fasi anticicloniche miti e persistenti.
In queste ore le nubi vanno diffusamente aumentando su tutto il Nord, ove vi sono solo precipitazioni abbastanza localizzate, mentre, in serata, l’arrivo della parte più attiva del sistema perturbato dalla Francia determinerà precipitazioni più estese ed organizzate.
Non manca nuvolosità sparsa medio-bassa anche su tutti i versanti centro-settentrionali tirrenici ed in Sardegna, con qualche breve isolato piovasco; in tutte queste zone si fa sentire il respiro umido sud-occidentale in quota, una costante in occasione delle fasi pre-frontali con l’ingresso di perturbazioni dall’Oceano.
In realtà, a voler essere precisi, non si tratta di una fase meteorologica propriamente atlantica: infatti la perturbazione, che tende a raggiungere il nostro Paese, rappresenta la zona di confine fra l’aria fredda artica richiamata dalle zone polari marittime e quella più mite pre-esistente.
Questa temporanea avvezione polare meridiana, sui settori più settentrionali dell’Europa Centro-Occidentale, è favorita da una lieve intrusione verso nord, in pieno Oceano, di un braccio dell’Anticiclone Atlantico, fino addirittura ad interagire con un’Alta Pressione posizionata sulla Groenlandia.
Questa flebile barriera anticiclonica facilita il temporaneo breve affondo, sui meridiani centrali europei, del ramo scandinavo del Vortice Polare, che s’arresterà proprio man mano che la parte avanzata dell’aria fredda sarà in procinto di valicare l’Arco Alpino.
Come mai l’aria fredda non riuscirà a fare un irruente ingresso sul Mar Mediterraneo? Non è facile da spiegare in parole semplici, tuttavia la causa principe sarà determinata da una pulsazione del Vortice Polare in sede canadese, che piloterà nuovi nuclei depressionari verso est, spezzando in tal modo il tentativo d’erezione, sui meridiani, dell’Anticiclone oceanico.
Le correnti perturbate canadesi spingeranno nuovi vortici in direzione del nord Atlantico, i quali raggiungerannop rapidamente l’Islanda e le Isole Britanniche. Questa dinamica barica delle prossime 24-48 ore renderà piuttosto fiacca la penetrazione dell’onda depressionaria, in direzione del comparto italo-mediterraneo, e sarà comunque in grado di determinare un peggioramento maggiormente significativo al Centro-Nord, con qualche nevicata a quote medio-basse sulle Alpi.