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L’evoluzione proposta dai vari centri di calcolo lascia intendere un possibile cambiamento dal prossimo fine settimana

di Ivan Gaddari
11 Gen 2005 - 13:16
in Senza categoria
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La carta ECMWF a 500 hPa mostra come vi sia la possibilità di un interessamento sostanziale del centro sud peninsulare nel corso del prossimo weekend. Fonte www.meteogiornale.it/mappe.
Chi si trovasse in questi giorni a dover emettere un bollettino meteorologico relativo al lungo termine troverebbe sicuramente non poche difficoltà. E alla luce dell’interesse che suscita la prossima evoluzione prevista, pare importante stilare un editoriale che possa semplicemente spiegare quali saranno le diverse opzioni possibili e i relativi problemi di interpolazione modellistica.

Oramai è noto a tutti come il periodo appena trascorso (ed ancora in essere) abbia determinato delle condizioni sulle quali si è ampiamente discusso in altre circostanze. E precisamente sulla possibile normalità o meno di una lunga fase di calma atmosferica. Ma non essendo questo lo scopo dell’articolo, prendiamone atto e puntiamo lo sguardo verso quel che potrebbe verificarsi a partire dal prossimo weekend. E che potrebbe in qualche modo rappresentare uno sblocco anche deciso verso condizioni più prettamente invernali.

Volendo mediare il più possibile le varie emissioni dei più importanti centri di calcolo mondiali, ci troveremo dinanzi ad una situazione alquanto intricata. Sebbene gli effetti possano risultare assai differenti per le nostre regioni, l’univocità deriverebbe dalla probabile evoluzione verso una colata fredda che dal nord Europa si spingerebbe verso le nostre latitudini. Ora, come spesso accade in simili circostanze, il punto fondamentale è stabilire quale sarà l’esatta traiettoria percorsa dalla stessa. E a tal punto diviene indispensabile l’apporto della figura altopressoria che da più giorni staziona sul bacino centro occidentale del Mediterraneo.

Spiegando in termini semplici quel che dovrebbe verificarsi, diciamo che si dovrebbe assistere ad un progressivo indebolimento del campo di alta pressione. Ciò accadrà principalmente sul bordo occidentale della stessa, grazie alla discesa in pieno oceano atlantico di una goccia fredda (depressione in quota) che, oltre ad avere il merito di erodere la figura anticiclonica, condizionerà in modo determinante quel movimento che ancora suscita difficoltà nelle varie emissioni dei centri di calcolo. Ossia la spinta dinamica verso nord.

E risiede in queste divergenze la possibilità che il tanto atteso sblocco possa interessare o meno tutta la penisola. Come sopra accennato, volendo basarci sulla “media dei vari modelli”, si potrebbe propendere per un interessamento marginale della nostra penisola con le regioni del medio e basso adriatico che ne risentirebbero in misura maggiore. Tuttavia vi sono almeno due modelli che mostrano prospettive leggermente differenti. Certamente il modello europeo ECMWF è quello che mostra, con tenacia, un maggiore interessamento della nostra penisola col centro sud che potrebbe essere interessato da un repentino calo termico con la comparsa della neve anche a quote basse.

È chiaro che il modello inglese vedrebbe un movimento del blocco altoporessorio leggermente differente. Ad una prima direttrice verso nord farebbe seguito un piegamento sostanziale verso nord est con la depressione che dall’est tenderebbe a portarsi (con moto retrogrado) verso il nostro centro sud (con correnti provenenti da est nord-est).

Appurato tutto ciò non resta che attendere l’evolversi della situazione che, in conclusione, dovrebbe segnare un fondamentale passaggio di consegne tra due diversi tipi di configurazione. Il proseguo andrà valutato con estrema attenzione in quanto, anche in questo caso, non esiste una uniformità di vedute su quel che potrebbe accadere nell’ultima decade del mese in corso. Alcuni modelli propenderebbero per un crescendo di freddo e configurazioni invernali. Altri per una ripresa di un’alta zonalità a causa di un vortica polare in nuova ripresa (ipotesi che personalmente ritengo assai azzardata). Pertanto, non resterà che portare pazienza ed attendere con un pizzico di ottimismo in più quel che ci proporrà la seconda parte del tanto amato inverno.

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