Analizzando i dati peninsulari, si scopre che sono ormai mesi che l’Italia è in una continua fase di riscaldamento, con anomalie positive importanti in tutte le stagioni attraversate. L’aumento termico estivo è solo una formalità che preoccupa molto meno di quello medio globale-nazionale. Attendere un aumento delle temperature in un contesto di continuo riscaldamento sembra quasi una follia, una contraddizione ma, a parte questa piccola riflessione, è lecito capire come evolverà la stagione estiva ed il perché di questo tempo davvero mutevole.
Maggio è appena trascorso, lasciando un bagaglio climatico assai vario: si è passati da importanti azioni anticicloniche, con punte over 30°C, a dinamiche perturbate e fredde, in special modo quella degli ultimi giorni. Aria fredda atlantico-polare, grazie ad una azione combinata con aria calda nell’ovest atlantico, si è gettata velocemente e in maniera veemente (jet-streak) nel cuore dell’Europa e del Mediterraneo apportando un repentino calo termico. La neve è scesa abbondante anche sull’appennino sin da quote, per il periodo, decisamente basse (1400-1600m): un remake dello scorso anno quando una saccatura (di diversa matrice, polare marittima con forte componente continentale) penetrò verso sud portando la neve sino dai 1600/1700m sull’appennino centrale, il 2 Giugno 2006.
Giugno 2007, seppur meno freddo, ha avuto un incipit simile all’anno passato, ed attualmente l’Italia è sotto l’azione di una goccia fredda che sta scivolando a sud-est mentre, nelle prossime ore, si attiverà una depressione sul settore tirrenico/sud-occidentale con nuove piogge, temporali e temperature che stenteranno a salire oltremodo.
Con uno sguardo alla condizione temporalesca in queste ore, si assiste allo spostamento della goccia fredda verso sud-est che sta provocando, grazie anche al richiamo umido (vedere il Cape), forte azione convettiva al sud, con formazione di MCS ed un ULL (upper level low) dove si può notare l’azione del getto vorticosa (responsabile).
Ora bisognerà vedere come evolverà ma sembrerebbe, viste l’aumento dei cb cluster, un suo possibile rinforzo.
Mentre descriviamo lo scenario nel bacino del Mediterraneo, a nord si è strutturato un pattern scandinavo ed a est vi è una portante azione calda di matrice sub-tropicale.
L’Italia sta dunque usufruendo di una condizione congeniale ed un mix di indici teleconnettivi, requisito fondamentale per creare una condizione sinottica di questo tipo.
L’ITCZ, che per tanto tempo ha interessato le nostre aree, è in fase pulsante nelle zone orientali (Russia/Asia), a seguito dalle fase monsonica che sta spingendo la linea inter-tropicale più in alto. Ciò ha permesso all’Anticiclone azzorriano di “guadagnare metri” e divenire nuovamente ago della bilancia del tempo europeo, senza la forte inibizione della presenza africana, seppur ancora viva e sempre presente. Difatti, seppur spostato verso est, l’ITCZ resta ben attivo e, da solo, non può essere l’unico fattore responsabile di questa concitata fase instabile. La sua posizione è coadiuvata da un’ottima condizione polare; al nord si è avuta una sinottica di tipo semi-zonale con l’inserimento di proficue celle alto-pressorie che, insieme ad una fluttuazione del jet-stream atlantico favorevole, ha favorito l’azione meridiana delle perturbazioni.
La QBO, che tanto abbiamo aspettato in fase negativa durante l’Inverno (anche se era fisiologicamente impossibile una sua totale inversione), permane positiva a 50hPa, con condizione di anti-zonalità; questa fase dell’index, unita ad una magnitudo discreta della MJO ha sostenuto le azione meridiane sopraccitate.
Questo quadro, specie nel comparto atlantico, come descritto in altri editoriali, è il risultato, probabilmente, della fine del Nino e della condizione neutrale/NINA che si sta avvicendando nel pacifico, con importanti risvolti sul polar jet-stream e sulla condizione dell’EA/NAO.
I prossimi giorni risulteranno ancora instabili, in attesa di una fase stabilizzante nel fine settimana; si noterà l’azione, seppur non insistente, di un promontorio sub-tropicale, segno che la sua attività non è spenta ma piuttosto meno pervicace di altri momenti. Ciò non deve far supporre che l’anomalia alla Cella di Hadley sia conclusa e che la fase termica sopramedia sia un ricordo.
Difatti, il mese di Maggio, seppur a tratti instabile, è finito quasi ovunque su valori di 0.8/1°C sopra media nonostante si sia assestata una conditio benevola alle azione dinamiche.
La tendenza ad azione di blockings alle alte latitudini è uno dei fattori che sta dando vita alle pulsazioni perturbate ma, a mio avviso, siamo ben lontani dal poter scongiurare una fase stagionale torrida.
La QBO dovrebbe, nei prossimi mesi (ipotizzo Luglio/inizio Agosto) passare in fase negativa anche alle quote inferiori; questo passaggio potrebbe relegare l’azione dei venti su disposizione zonale, inibendo l’attività fervente che notiamo in questi giorni. L’ITCZ, per ora lievemente spostato ad oriente, sarebbe in grado di tornare sui suoi passi, spingendo azioni africane degne di nota nel cuore dell’Europa, deviando l’asse dell’HP delle Azzorre.
L’AMO (atlantic multi-decal oscillation) è, come possibile notare dalle reanalisi delle carte del NOAA, un fattore importante per le anomalie barico-precipitative in Europa, con correlazione nei periodi estivi. L’attuale fase di AMO+ potrebbe essere un segnale di monito per un’estate calda anche se, sempre con i raffronti degli anni passati, una PDO- (attuale) riuscirebbe ad inibire in un certo qual modo gli effetti.
Torneremo nuovamente su questa analisi estiva ma, essenzialmente, ritengo che il trimestre estivo 2007 trascorra sopra le medie del periodo, con azioni importanti nella seconda metà, quando la QBO potrà influenzare negativamente (ma è possibile che ciò avvenga in Settembre-Ottobre a livello di responso barico-precipitativo); non mancheranno episodi di maltempo anche intenso che daranno un tocco instabile e dinamico a quest’estate. I giochi sono comunque aperti.