Il ciclone tropicale Ingrid ha fatto il terzo “landfall” sul territorio australiano lo scorso martedì, toccando terra, proveniente dal Mare di Timor, presso Capo Londonderry, in Australia Occidentale. Nel tardo pomeriggio di martedì, Ingrid era centrato circa 35 miglia a sud di Kalumburu, città che tra martedì e mercoledì è stata spazzata da venti fortissimi.
Al momento del landfall i venti sostenuti raggiungevano le 105 miglia orarie e la tempesta si muoveva verso sud-sudovest a circa 9 miglia orarie. Le previsioni indicavano una traiettoria in direzione sud, con indebolimento del ciclone e suo declassamento a “tropical storm” nelle 24-48 ore successive, indebolimento comunque insufficiente a impedire probabili piogge alluvionali e, almeno in una prima fase, venti in grado di causare danni sul percorso della tempesta.
Mercoledì Ingrid, ormai sulla terraferma, ha attraversato la regione di Kimberley, nel nordest dell’Australia Occidentale, effettivamente indebolendosi e diventando “tropical storm”, ma dando comunque luogo a piogge molto abbondanti, come pure nelle prime ore di giovedì 17 marzo.
La città di Wyndham, dove la media pluviometrica di marzo, ultimo mese del “Big Wet”, come viene chiamata la stagione delle grandi piogge nel nord dell’Australia, è 145 mm, ha ricevuto 272 mm nelle 48 ore precedenti le 1 GMT di giovedì (le 9 ora locale), 198 dei quali caduti mercoledì. Sempre nella giornata di mercoledì 16 marzo, segnaliamo nella regione 209 mm ad Argyle e 99 mm a Kununurra.
Continuando a spostarsi verso sud, Ingrid si è poi esaurita nell’entroterra tra giovedì 17 e venerdì 18 marzo.
Nel Pacifico Settentrionale in questi giorni ha fatto parlare di se un’altra tempesta tropicale, battezzata Roke, che per un breve periodo di tempo è arrivato all’intensità di un ciclone, seppure di categoria 1, evento non frequentissimo, anche in questi mari tropicali, nei mesi dell’inverno boreale.
Martedì pomeriggio, infatti, Roke si trovava nel settore meridionale del Mare delle Filippine, centrato 375 miglia a nord-nordovest di Koror, Palau, spostandosi verso ovest a 18 miglia orarie, accompagnato da venti sostenuti fino a 75 miglia orarie.
La previsione di martedì pomeriggio indicava un ulteriore spostamento verso ovest, che avrebbe dovuto portare Roke sulle Filippine orientali nella notte tra giovedì e venerdì, ora locale.
In realtà Roke è stato più veloce e giovedì mattina, ora locale, Roke stava già attraversando le Filippine centrali, già comunque declassato a “tropical storm”, con venti sostenuti fino a 65 miglia orarie, spostandosi verso ovest a 23 miglia orarie. Secondo le previsioni, Roke andava incontro a un ulteriore indebolimento, man mano che proseguiva nel suo cammino, sempre verso ovest, nel Mar Cinese Meridionale, dopo aver lasciato l’arcipelago. La cosa si è puntualmente verificata e Roke, alle 18 GMT del 18 marzo, era una tropical storm con venti sostenuti non superiori a 40 nodi, prevista ulteriormente indebolita al landfall con il sud del Vietnam, previsto intorno alle 12 GMT di sabato 19.
Mercoledì 16 marzo, per effetto del passaggio di Roke, si sono accumulati 140 mm nei pluviometri di Guiuan e 54 in quelli di Tacloban.