La ricerca è stata pubblicata recentemente nel giornale della National Academy of Sciences degli USA, una ricerca in cui gli autori spiegano che quanto accaduto dopo l’ultima era glaciale (20.000 anni fa) è un ottimo esempio di ciò che si potrebbe verificare (seppur in forma più attenuata) nel prossimo futuro.
Se come prevedono varie proiezioni climatica la temperatura globale dovesse aumentare di 3°C nel corso dei prossimi decenni, in Antartide potrebbe tradursi in un aumento di 6°C entro la fine del 21° secolo. Per formulare questa conclusione i ricercatori hanno fatto affidamento, come detto, su ciò che avvenne 20 mila anni fa: dopo l’ultima glaciazione l’Antartide si riscaldò da due a tre volte in più rispetto all’aumento della temperatura media del Pianeta, al punto che si raggiunsero valori a dir poco insoliti: 11°C in più del normale e valori superiori allo zero.
Secondo i ricercatori questa anomalia è dovuta all’effetto albedo nelle zone ghiacciate, ove per albedo si intende la percentuale di radiazione che qualsiasi superficie è in grado di riflettere. In meteorologia è un fenomeno particolarmente importante perché rappresenta la capacità di una superficie di riflettere la luce solare. Generalmente è rappresentato da una percentuale: un valore del 100% o 1 (a seconda sulla scala scelta) indica che una superficie riflette tutta la radiazione incidente; 0 indica che non riflette nulla.
Quali informazioni vengono fornite nel campo della meteorologia?
La neve, per esempio, fornisce valori prossimi a 0,9 mentre le nuvole, capaci di riflettere in parte la radiazione solare, hanno anch’esse valori elevati che possono arrivare sino a 0,8. Vi sono dei fattori che possono modificare questi valori, ad esempio la presenza di uno strato di ghiaccio, la copertura nuvolosa e la quantità di particelle nell’aria (come l’inquinamento, le polveri vulcaniche, le tempeste di polvere) possono modificare la riflettività su scala giornaliera o addirittura annuale.