Approfondiamo ora la serie storica della stazione islandese di Stykkisholmur, analizzando l’andamento degli ultimi 200 anni stagione per stagione. Una premessa importante è che la temperatura annuale in Islanda è condizionata soprattutto dalla grande variabilità della stagione invernale, nella quale i meteorologi islandesi includono, oltre ai canonici dicembre, gennaio e febbraio anche il mese di marzo, non di rado il più freddo dell’anno in Islanda, soprattutto nelle aree costiere, condizionate dal fatto che proprio a fine inverno la temperatura del mare raggiunge i valori minimi.
La variabilità degli inverni è evidentemente associata al tipo di configurazione prevalente. L’Islanda, come è noto, ha condizioni invernali in genere molto miti per la latitudine, grazie alla Corrente del Golfo che riscalda i mari che la circondano (soprattutto nel sud) e alla “sua” depressione che spesso convoglia correnti meridionali, associate e forti venti, apportatrici di umidità e pioggia, ma anche di temperature piuttosto elevate. Ovviamente negli inverni in cui prevalgono correnti settentrionali le aree direttamente esposte alle stesse fanno registrare temperature medie molto più basse. Gli inverni “settentrionali” erano particolarmente numerosi e freddi fino al 1920, quando i ghiacci artici si estendevano fino a latitudini molto più meridionali di oggi, lambendo quasi le coste islandesi e favorendo il mantenimento delle caratteristiche estremamente fredde delle masse d’aria di provenienza artica.
Il trend delle temperature invernali invernali a Stykkisholmur indica un rialzo molto più spiccato rispetto alla tendenza su base annua. La temperatura invernale cresce infatti al ritmo di 1,2°C/secolo. Pochissimi sono stati gli inverni miti, con temperatura media superiore a 0°C, nel XIX secolo e nei primi 20 anni del XX. Netto l’aumento delle temperature invernali dopo il 1920 e altrettanto netto il calo dopo il 1965. Dalla metà degli anni ’80 la tendenza è di nuovo al rialzo. L’inverno 1880-81 è stato di gran lunga il più freddo, con una temperatura media che ha quasi raggiunto i -10°C, mentre l’inverno 1917-18 è stato il più freddo del XX secolo, con una media di -5°C. Gli inverni 2002-03 e 2005-06 sono stati molto miti, ma senza raggiungere i livelli dell’inverno 1963-64, quando la temperatura media è stata di +2,8°C.
Notiamo come nessuno degli inverni “storici” nel nostro paese sull’area centro-europea (1928-29, 1955-56, 1962-63, 1984-85) mostri punte di freddo significative in Islanda. La cosa non sorprende affatto, anzi spesso le configurazioni favorevoli al freddo e alla neve sull’Europa centrale e sul Mediterraneo sono tali da favorire temperature sopra la media in Islanda e Groenlandia meridionale, interessate dall’estensione verso nord dell’alta pressione delle Azzorre, con situazione di “blocco atlantico”.
Le temperature estive (calcolate sul periodo giugno-settembre) di Stykkisholmur mostrano una trascurabile tendenza al rialzo, al ritmo di +0,2°C/secolo. La fase calda del XX secolo si osserva anche nelle temperature estive, ma è meno pronunciata e soprattutto più breve, iniziando più tardi (verso il 1930) e terminando prima (verso il 1955). La tendenza degli ultimi anni è al rialzo anche per le temperature estive, ma le esteti più calde rimangono quelle del 1939 (con una media di 11,0°C) e del 1828 (con 10,8°C). L’estate più fredda è stata quella del 1882, con una media di 6,6°C. In quell’anno anche nel nord del paese l’estate fu molto fredda e anzi a Grimsey il mese più mite dell’anno fu ottobre, quindi praticamente l’estate non arrivò mai. A Stykkisholmur l’estate più fredda del XX secolo fu quella del 1983, ricordata invece per il gran caldo in Italia.
L’andamento della primavera (aprile e maggio) nella serie di Stykkisholmur mostra un trend di +0,7°C/secolo e oscillazioni nei due secoli che ricalcano a grandi linee quelle invernali. Si notano in particolare le primavere fredde degli anni 1965-71 e alcune molto fredde anche a cavallo del 1980, in particolare quella del 1979. La primavera più calda è stata quella del 1974, con +6,4°C, quella più fredda risale al 1812, con -1,5°C. Nel XX secolo nessuna primavera ha fatto registrare temperature medie negative.
L’autunno (ottobre-novembre) di Stykkisholmur mostra temperature al rialzo al ritmo di +0,8°C/secolo. Il riscaldamento del XX secolo mostra un profilo simile a quello dell’estate, ovvero con inizio ritardato e fine anticipata del periodo caldo rispetto ai dati invernali ed annuale). Molti autunni freddi si sono avuti negli anni ’60 e ’70, ma si nota un picco isolato molto caldo nel 1974, quando frequenti situazioni di blocco portarono aria mite verso l’Islanda e aria molto fredda verso l’Europa centrale e meridionale (l’ottobre 1974 fu il più freddo del XX secolo in molte stazioni italiane). Pur in una tendenza al rialzo, gli autunni del XXI secolo per ora non hanno raggiunto i valori elevati del periodo 1928-60 e del già citato 1974.
La differenza tra il mese più caldo e quello più freddo a Stykkisholmur è in genere intorno ai 12°C, non elevata quindi, tipica di un clima marittimo. Nel XIX secolo, a causa degli inverni più freddi, essa era superiore, mediamente intorno ai 13,5°-14°C. Nel 1881, caratterizzato da un inverno veramente gelido, la differenza tra il mese più caldo e quello più freddo fu di 23°C, quasi da clima continentale, a conferma di come quell’inverno l’effetto mitigatore della Corrente del Golfo fu quasi azzerato. Notevole anche l’escursione del 1918, oltre 21°C, anch’essa in ragione non di un particolare tepore estivo ma di un inverno gelido. La tendenza attuale indica una riduzione dell’escursione termica tra mese più caldo e mese più freddo, a causa dell’aumento delle temperature invernali già analizzato. L’escursione minore rimane quella del 1922, inferiore ai 9°C, per la combinazione di un inverno piuttosto mite (era già iniziata la fase di riscaldamento invernale 1920-65) e di un’estate tra le più fredde.