Il pulviscolo sahariano rappresenta la maggior percentuale di polveri proveniente da tutti i deserti del Pianeta. Per la precisione si tratterebbe di oltre il 50% del totale e gli impatti sul clima e sull’ambiente sarebbero enormi. Ma non dobbiamo pensare ad effetti negativi, perché ad esempio queste polveri contengono ingenti quantità di nutrienti utili per i suoli e per le acque. Non solo: la polvere è in grado di riflettere la radiazione solare, influenzando la formazione di nubi e uragani.
E’ bene ricordare che quando si parla di “pulviscolo” o “polveri” si fa riferimento all’aerosol di particelle di dimensioni comprese tra 0,1 e 20 micrometri. In quanto tali sono facilmente trasportabili dal vento. Le particelle sono in grado di depositarsi sulle superfici grazie alle precipitazioni.
Negli anni i climatologi hanno scoperto importanti correlazioni tra le polveri desertiche e una serie di fenomeni meteo-climatici come ad esempio El Nino e la NAO. Per spiegare la correlazione col clima, i ricercatori hanno condotto un’analisi statistica sui dati dal 1950 ad oggi, prendendo in considerazione soprattutto il vento che soffia a 10 m dal suolo e l’accumulo di polveri sulla barriera corallina di Capo Verde. I risultati hanno confermato alcuni eventi ben noti, tra i quali l’impatto sulla Nord Atlantic Oscillation nel periodo 1910-1940, così come sull’evoluzione della siccità del Sahel in un arco temporale di 90 anni.
I ricercatori hanno anche dimostrato che la velocità del vento “Harmattan” nel Nord Africa, ovvero nelle regioni dalle quali trae origine la maggiore quantità di pulviscolo sahariano, è influenzata da fenomeni meteorologici in grado di modificare l’intensità del vento sahariano, quindi l’emissione di polvere. Inserendo i dati all’interno di un simulatore, è emerso che l’emissione di polveri sahariane deve essere ridotta perché se è vero che può avere effetti positivi in tanti processi naturali, è altrettanto vero che potrebbe avere ripercussioni negative sul clima del Nord Atlantico. Qui il riscaldamento progressivo sta rendendo gli uragani più frequenti e di maggiore intensità.