I modelli di previsione stagionale, spesso in evidente contrasto tra di loro, stavolta presentano singolari convergenze, che sembrerebbero, quanto meno, garantire una certa precisione, anche se si tratta ancora di modelli del tutto sperimentali e niente affatto sicuri.
Come le mappe NASA, anche il Meteoffice prevede un autunno decisamente piovoso in ambito europeo.
Questo perché gli anticicloni sembrano sostare a lungo sulle regioni settentrionali atlantiche, con un’accentuata anomalia barica positiva che raggiunge il suo massimo tra Islanda e Groenlandia, lasciando però così spazio ad ampie depressioni in ambito europeo.
In questo modo la parte centrale e mediterranea del nostro Continente si ritroverebbero sotto il tiro delle correnti umide atlantiche, generando un periodo di precipitazioni superiori alla norma stagionale.
Ma passiamo ora alla previsione delle condizioni invernali sull’Europa.
Notiamo che l’Inverno sarà, stando a questo modello, estremamente piovoso, e questo contrasta un po’ con le previsioni decisamente asciutte emesse dai modelli americani.
La piovosità elevata riguarderà, durante l’inverno, tutta l’area mediterranea.
Dal punto di vista delle temperature, invece, avremo un’Italia divisa in due, con un Nord decisamente al freddo, in particolare modo il settore Nord est, mentre il Sud dovrebbe risentire di una stagione mite.
Il grande freddo che investirà l’Europa Centrale, Orientale e la Scandinavia, dovrebbe arrivare ad interessare anche le nostre regioni nord orientali.
Molto asciutto il tempo invece tra Islanda, Groenlandia e Norvegia, il che ci mostra che quella dovrebbe essere la posizione prevalente degli anticicloni, mentre sul Mediterraneo dovrebbero sostare delle depressioni.
In particolare a 500 hPa dovrebbe essere presente una pronunciata anomalia positiva tra la Groenlandia e l’Atlantico settentrionale, mentre sull’Europa centrale dovrebbe sostare una depressione in quota prevalente, centrata in particolare tra Germania e Polonia.
Insomma, una situazione invernale tipica delle annate fredde e perturbate, che presenta, come detto, punti di contatto con le previsioni dei modelli americani.
Tuttavia, si tratta di modelli ancora allo stato sperimentale, e le loro previsioni sono tutt’altro che sicure.