Nell’antico calendario norreno col termine “notti d’inverno” si designavano quei giorni in cui si riteneva che iniziasse la stagione invernale.
Erano giorni molto importanti, in cui si celebravano feste sacrificali in onore degli dei (soprattutto Freyr, dio della fertilità) ed inoltre le leggi norvegesi consideravano questo periodo come scadenza legale in diverse occasioni.
In Islanda le notti d’inverno cadevano il 24, 25 e 26 ottobre, in Norvegia fra il 14 e il 17 dello stesso mese.
Nelle antiche saghe islandesi sono molti i riferimenti alle “notti d’inverno”, ma particolarmente suggestivi sono quelli contenuti nella “Saga di Gisli figlio di Surr” (Gisla Saga Surrsonar), in cui si parla delle importanti feste organizzate in questo periodo, quando non di rado le stesse rivalità personali venivano temporaneamente accantonate.
Interessante anche la notizia, riferitaci dalla saga, che mentre in Islanda ed in Norvegia la tradizione delle notti d’inverno era ancora viva, in Danimarca tale ricorrenza era ormai stata dimenticata, forse perché all’epoca della saga (X secolo) le regioni scandinave meridionali, già raggiunte dal Cristianesimo, avevano ormai abbandonato le usanze pagane.
Ma se in questi giorni d’ottobre iniziava l’inverno, quando finiva l’estate? Esattamente il giorno prima!
Infatti, il giorno precedente l’inizio delle notti d’inverno era chiamato “l’ultima notte d’estate”.
Insomma, i Vichinghi non conoscevano le mezze stagioni!