Grazie all’attento monitoraggio di index teleconnettivi e di movimenti sinottici avevamo focalizzato l’attenzione verso la fine del mese di Gennaio, cercando di non tralasciare nessun dettaglio che potesse favorire una miglior previsione globale.
L’indagine meteo-climatica è passata attraverso lo studio di molti dati comparati con quello che l’impianto barico europeo ha mano a mano proposto.
Fino ad oggi abbiamo avuto una egemonia alto-pressoria di matrice africana dovuta essenzialmente a: un ITCZ molto spinto; una NAO ed AO mediamente positive; una MJO che non ha permesso lo sblocco di una Cella di Hadley portatrice di aria molto calda e stabile; le SSTA discretamente calde in autunno in Atlantico (coste canadesi e nord-africane); una QBO che ha diminuito in modo deciso la sua corsa verso la fase di easterlies(-).
Queste condizioni teleconnettive, per altro riassunte in modo molto sintetico, tralasciando molti altri fattori, sono state corrisposte da un piano barico europeo statico, con una semi-permanente islandese intensa ed un Hp azzorriano quasi mai in espansione meridiana.
In queste condizioni sinottiche il jet-stream atlantico (EAJ) non ha potuto affondare verso il cuore del Mediterraneo e ciò ha causato l’impossibilità di movimenti alto-pressori verso Nord, impossibilitando la formazione di azioni di blocco(ponte di wejkoff), pattern scandinavi e russi.
Fortunatamente, nelle ultime due settimane, abbiamo assistito ad una moderata inversione di tendenza, con gli index che si sono posti su valori più consoni ad azione meridiane delle onde rossbyane; il calo della QBO in fase 30/50hPa e la MJO in fase 6 hanno certamente interagito con le forti correnti di westerlies in zona polare che, nelle ultime ore, hanno mostrato il tanto atteso slancio longitudinale.
Tradotto in termini sinottici, ci aspetta una settimana governata dall’azione di una profonda e dinamica saccatura fredda, con aria di estrazione polare-marittima alimentata da freddi refoli settentrionali/nord-orientali, per disposizione dell’asse ciclonico.
I connotati di quest’aria, di per sé instabile ed irrequieta, associati alle SSTA del mare e del suolo, produrranno fenomeni intensi e, la ventilazione in quota ed al suolo(sostenuta) darà vita a numerosi minimi su terra e mare.
A 500hpa ed 850hPa vi saranno termiche invernali e, come sempre in queste condizioni, i geopotenziali saranno bassi, con rovesciamento di masse d’aria fredda verso il basso, in contrasto con i richiamo caldo-umidi da sud-ovest.
Non mancherà la neve al nord Italia e su tutte le nostre montagne; è più difficile introdurre la previsione neve per quanto concerne le zone centrali, Lazio in primis, ma ci sentiamo di comunicare una situazione con possibilità di neve anche per le pianure del centro peninsulare.
Torneremo con maggior definizione previsionale su questo che è un quadro meteorologico macroscopico ed a medio-lungo termine.