Come già scritto in altri articoli sulle colonne del Meteogiornale, negli ultimi giorni della scorsa settimana una depressione sulla Russia, in sinergia con alta pressione sulla Scandinavia, ha convogliato un blocco di aria fredda verso sud, in modo anomalo per la stagione.
Si è così venuto a creare un corridoio di aria fredda, che dopo aver attraversato la Finlandia (minima -9°C a Helsinki venerdì 3 aprile, ma molte minime in doppia cifra anche nel sud del paese, nell’entroterra) si è diretta verso la Bielorussia e la regione moscovita, successivamente raggiungendo le steppe del basso corso di Volga e Don e l’Ucraina, del cui freddo record abbiamo potuto leggere ieri sul Meteogiornale.
La massa d’aria fredda è infine sfociata sul Mar Nero, umidificandosi. Correnti nord-occidentali fredde e umide hanno così impattato, una volta raggiunta la costa turca affacciata sul Mar Nero, in particolare e est di Zonguldak, contro i rilievi che si trovano alle spalle della linea di costa stessa (Monti del Ponto etc.). Abbiamo quindi avuto una discreta fenomenologia, esaltata dall’effetto stau, nel weekend nell’area nord-orientale della Turchia, con rovesci sulla costa, ma localmente anche qualche spruzzata di neve, mentre le temperature massime non superavano i 5°/6°C.
La neve è caduta abbondante nell’entroterra, tuttavia con distribuzione irregolare in ragione della complessa orografia dell’altopiano anatolico.
Man mano che l’aria fredda ha rimosso l’aria calda preesistente e che il minimo depressionario si è allontanato verso est, sono venute meno le condizioni favorevoli alla persistenza delle precipitazioni. Una volta che il sistema nuvoloso si è allontanato, è rimasto, nella giornata di domenica, un blocco di aria molto fredda in quota. Alle 24 di domenica 4 aprile infatti l’isoterma di -10° a 850 hpa interessava l’estremo nordest della Turchia, ai confini con Georgia ed Armenia, mentre la -5°C si era spinta ad ovest fino a Zonguldak e Ankara e a sud fino al 38°N.
Ci sembra interessante segnalare che nella notte tra sabato 3 e domenica 4 aprile si erano raggiunti -6°C nella mitissima cittadina costiera di Soci, nota per essere la “riviera” russa, già ai tempi del regime sovietico, normalmente riparata dalle irruzioni fredde da est/nordest, tipiche dell’inverno russo, dalla presenza degli alti rilievi caucasici alle spalle, dai quali l’aria fredda scende fortemente riscaldata per effetto favonico.
Questa volta invece l’irruzione è giunta da nord/nordovest, quindi l’aria fredda ha potuto sfociare liberamente anche sul Mar Nero orientale. Quando si è calmata la ventilazione, il termometro ha potuto scendere a livelli che con ogni probabilità hanno danneggiato la vegetazione della regione, dove prosperano specie mediterranee.
Tornando alla Turchia, la 0°C a 850 hpa domenica notte è riuscita, sempre nella parte orientale del paese, a scavalcare del tutto l’altopiano anatolico, raggiungendo il mare di Adana e, più a est, penetrando fino al 35°N nel deserto siriano.
Nella notte fra domenica 4 e lunedì 5 aprile, quindi, il mix tra aria fredda in quota, cieli in prevalenza sereni e vento debole ha facilitato, come potete leggere in altro articolo, la discesa dei termometri a livelli insoliti per il periodo.
Erzurum, città peraltro molto fredda e soggetta fortemente al fenomeno dell’inversione termica, 200 km a sudest della città portuale di Trabzon, l’antica Trebisonda, ha raggiunto una minima di -14,6°C, circa 15°C in meno della media di aprile delle minime, che è pari a +0,6°C. A Trabzon, i -2°C (10°C meno della media) hanno battuto il precedente limite, che era di 0°C. Anche Ankara, a quota 953 m, ha battuto il suo record di freddo di aprile, che era di -7°C, raggiungendo i -8°C.
Altri valori notevoli registrati a Kars (m 1775), all’estremità orientale del paese, dove si sono toccati i -17°C, mentre Sivas (m 1285), poco a est di Ankara, ha raggiunto i -9°C.