Illusioni invernali:
per diversi giorni avevamo sperato nel cambio di marcia stagionale e l’intrusione d’aria fredda aveva alimentato i sogni dei cosiddetti “freddofili”. Anche il riposizionamento dell’Alta delle Azzorre, a ridosso dell’Europa occidentale, aveva generato non poche illusioni. Ma evidentemente non avevamo fatto i conti col Vortice Polare e quella che inizialmente avevamo indicato come eventualità – il riaccorpamento della trottola ciclonica alle alte quote – si è tramutata in realtà. Le cause di quel che accadrà a livello barico nei prossimi giorni andranno ricercate proprio in quei movimenti stratosferici analizzati tempo addietro.
Riecco l’Atlantico:
dopo aver assaporato un clima più consono al periodo, ecco riproporsi le correnti ben più miti meridionali. Il richiamo è stato incentivato dall’affondo perturbato iberico, a sua volta riconducibile al transito della tempesta Alexandra sul nord Europa. La perturbazione, nel suo incedere verso est, attraverserà l’Italia nelle prossime 48 ore e darà luogo ad un severo peggioramento. Avremo un remake delle condizioni meteo autunnali registrate sovente nei mesi di ottobre e novembre.
L’Alta delle Azzorre:
pocanzi abbiamo menzionato la struttura anticiclonica oceanica relativamente al posizionamento sull’Europa occidentale. Di per sé la collocazione è da considerarsi fondamentale nell’eventuale realizzazione di scambi meridiani consistenti e conseguenti affondi artici nel cuore del Mediterraneo. Ma è evidente che affinché ciò possa realizzarsi abbiamo bisogno di altre dinamiche bariche che al momento sembrerebbero lontanissime. La propensione all’elevazione dell’Azzorriano è innegabile, ma perché ciò accada v’è necessità che il Vortice Polare si disponga diversamente e che l’Alta Pressione aleutinica – solitamente a ridosso delle coste occidentali del nord America – tenti le prime sortite in direzione del Circolo Polare Artico.
Sbuffi d’aria fredda:
inizialmente, come detto in apertura, il fulcro anticiclonico rimarrà collocato sulla Penisola Iberica. In tal modo le discese artiche verranno dirottare sui Balcani, ma qualche sbuffo d’aria fredda riuscirà a lambire le nostre regioni. Verranno coinvolte maggiormente le Adriatiche, ma dovrebbe trattarsi di correnti secche settentrionali che difficilmente produrranno fenomeni. Probabilmente avremo un calo termico tra domenica 21 e lunedì 22 dicembre, ma dovrebbe trattarsi di un semplice rientro nelle medie stagionali di breve durata.
Natale con l’Alta Pressione:
l’azzorriano dovrebbe espandersi ulteriormente ad est, portando il fulcro nel cuore del Mediterraneo. Non solo. L’intrusione d’aria instabile sulla Penisola Iberica potrebbe implementare l’intervento di una discreta matrice nord africana, che andrebbe a supportare la struttura anticiclonica dandogli connotati ben più miti di quelli oceanici. Ovviamente, lo sappiamo, Alta Pressione non sempre è sinonimo di bel tempo: tornerebbero nebbie e foschie diffuse, ed anche un diffuso calo delle temperature minime in valli e pianure a causa delle forti inversioni termiche. Paradossalmente il clima mite potrebbe percepirsi maggiormente in montagna, il che non è certo una buona notizia per chi sceglierà di passare le vacanze sulla neve.
Focus: evoluzione sino al 28 dicembre 2014
Il maltempo investirà le nostre regioni tra domani e dopo, con fenomeni localmente intensi e temperature in calo. La situazione tenderà a migliorare rapidamente già nella giornata di giovedì e si procederà spediti verso il weekend pre-natalizio all’insegna della stabilità prevalente. Da non escludere, lo si è detto, l’intrusione di un po’ d’aria fredda ad inizio della prossima settimana, prima di un definitivo consolidamento dell’Alta delle Azzorre.
Alta delle Azzorre che dovrebbe tenerci compagnia sotto le festività natalizie, avvalendosi anche di un discreto contributo d’aria mite. Insomma, probabilmente sarà un Natale meteorologicamente ben diverso rispetto a quanto vorrebbero la tradizione fiabesca e l’immaginario collettivo.
Evoluzione sino al 02 gennaio 2015
Difficile parlare di ondate di freddo, tuttavia un primo accenno in tal senso potrebbe giungere entro la fine dell’anno. Le dinamiche, se confermate, le analizzeremo strada facendo.
In conclusione.
Inverno che si prenderà una pausa di riflessione, riportandoci in seno ad un’infinita stagionale autunnale. Si spera che almeno stavolta si possa scongiurare la persistenza di determinate configurazioni bariche, che altrimenti risulterebbero decisamente deleterie.