Il problema dei record errati che si genera per via delle fonti, non riguarda solo la loro omogeneità: a volte fa capo anche a una cattiva interpretazione che, a cascata, dà luogo a confusione e, in ultima analisi, a inattendibilità dei testi. Si è fatto cenno al caso dell’enciclopedia Utet (https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10528), dove si legge: «Minima temperatura registrata -92,7 °C, a 20 km dal polo sud» (Coggiola, p. 743). La citazione è tratta di peso da una tra le poche opere d’argomento tradotte in italiano (Zavatti, p. 174), in cui il record è datato 16 luglio 1958. Va dato atto agli autori a cavallo degli anni Sessanta che, sulla scorta di informazioni non sempre precise giunte con l’Anno geofisico internazionale, non era facile districarsi circa gli estremi registrati in Antartide. Tuttavia, questo supposto primato non è mai stato messo in dubbio e quindi corretto nelle opere successive.
Una temperatura di -92,7 °C fu effettivamente registrata al Polo Sud. Ma si legga con attenzione il resoconto: «According to recent publications the first new world record of the lowest temperature in the lower stratosphere that broke the Batavian record was -93,0 °C (-135,4 °F) at 21 km. at Amundsen-Scott (South Pole) station, 0000 GMT, July 17, 1958, as reported by the U.S. National Academy of Sciences»* (Stepanova, p. 272). Insomma, la registrazione non avvenne a una ventina di chilometri dal Polo Sud, ma una ventina di chilometri sopra il Polo Sud. Un’informazione che non si rinviene solo nelle riviste specializzate, ma anche in opere enciclopediche, di cui esistono pure versioni italiane; in questo caso, forse per arrotondamento, si parla di -135 °F che, per l’esattezza, corrispondono a -92,78 °C, attestando però che si tratta di una temperatura rilevata «a few thousand feet above the geographic South Pole»** (Siple, p. 441).
Nel quadro dei record stratosferici, l’uso del tempo passato nella citazione deriva dal fatto che il valore rilevato sopra Amundsen-Scott fu classificato come tale perché, in quel momento, non erano conosciuti i rapporti di altri radiosondaggi effettuati in Antartide. Ecco dunque, tenuto conto dell’incongruenza cronologica, come si modificò il quadro del record mondiale con l’Anno geofisico internazionale (Stepanova, pp. 269 e 272-273):
Batavia, 5 novembre 1913 -91,9 °C (-133,4 °F) a 17.330 m
Amundsen-Scott, 17 luglio 1958 -93,0 °C (-135,4 °F) a 21.000 m circa
Halley Bay, 3 luglio 1958 -94 °C geopotenziale 25 mb
Halley Bay, 6 luglio 1958 -95 °C geopotenziale 18 mb
Halley Bay, 12 luglio 1958 -109 °C geopotenziale 23 mb
A corollario va aggiunto che anche la più prestigiosa enciclopedia italiana non è esente da pecche; ‘La Piccola Treccani’ infatti scrive: «Nei pressi del polo è stata rilevata la temperatura media annua più bassa del globo (-76 °C)», che è un’informazione senza fondamento se riguarda Amundsen-Scott, ma può essere all’incirca valida per Vostok, Sovetskaja o Plateau Station se si suppone che i gradi Fahrenheit siano stati confusi coi gradi Celsius (-76 °F = -60,0 °C).
Note:
* «In accordo con recenti pubblicazioni il primo nuovo record mondiale di bassa temperatura nella bassa stratosfera che batte il record di Batavia era -93,0 °C (-135,4 °F) a 21 km. dalla stazione Amundsen-Scott (Polo Sud), 0000 GMT, 17 luglio 1958, come riportato dall’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti».
** «Ad alcune centinaia di piedi sopra il Polo Sud geografico».
Bibliografia:
La Piccola Treccani, Roma, 1995, vol. I, voce Antartide.
C. Coggiola, Antartide, in L’Enciclopedia, Torino, 2003, vol. I, pp. 741-744.
P.A. Siple, Antarctica, in McGraw-Hill Encyclopedia of Science and Technology, New York, 1960, vol. I, pp. 440-442.
N.A. Stepanova, Minimum Temperatures in the Lower Stratosphere, in «Monthly Weather Review», vol. 87, n. 7 (1959), pp. 269-274.
S. Zavatti, I Poli, Milano, 1963.