Ecco che puntualmente il cambio di circolazione si attua sull’Europa. Complice una potente discesa gelida sugli States quasi come un effetto domino l’anticiclone azzorriano si erge e per la prima volta dopo quattro mesi trova una solida spalla alla quale legarsi (l’anticiclone groenlandese) per generare il primo vero Blocking atlantico della stagione invernale.
In realtà questo blocking barico al flusso zonale non è altro che la conseguenza del rallentamento del VP stratosferico subìto una decina di giorni fa, e visto il rapido intensificarsi del VP stratosferico dei giorni scorsi probabilmente questo blocco non durerà a lungo.
Comunque il cambio di circolazione ci sarà e possiamo dire addio definitivamente alla anomalia calda che ci ha accompagnato per questi ultimi quattro mesi.
Il mio articolo però oggi vuole soffermarsi su delle osservazioni più propriamente climatiche. Chi mi segue e legge i miei articoli assiduamente sa che all’inizio dell’autunno avevo esternato l’idea che l’inverno 2006-2007 sarebbe stato contraddistinto da episodi notevoli di freddo. La mia idea partiva da due presupposti: una anomalia nel Jet Stream tropicale responsabile di una deviazione del getto in prossimità del Mediterraneo verso latitudini molto basse e il contemporaneo previsto stratworming che con l’avvicinamento del minimo solare avrebbe causato in inverno un indebolimento del VP stratosferico con conseguente formazione in sede polare di anticicloni termici. Il conseguente disturbo del VP avrebbe eretto l’anticiclone azzorriano, molto forte a causa dell’anomalia del getto tropicale, verso nord e la presenza di anticicloni termici in sede polare avrebbe consentito il blocking barico al flusso zonale e notevoli discese fredde sull’Europa.
Avevo commesso un errore; non avevo considerato un indice di notevole importanza: il QBO (Quasi Biennial Oscillation) in fase positiva che non solo, come è stato, avrebbe spostato tutti i successivi Stratworming sugli States, ma sarebbe stato complice del rafforzamento del VP stratosferico. Ecco che da una anomalia potenzialmente negativa si è passati a una forte anomalia di senso opposto che con buona approssimazione possiamo addebitare a due fattori sinergici:
1) Un’anomalia nel Jet stream subtropicale da addebitarsi probabilmente ad anomalie termiche dell’Oceano Atlantico.
2) Un jet stream polare molto alto e con deboli ondulazioni per colpa del VP stratosferico intenso.
Infatti il jet stream subtropicale così basso ha garantito la presenza di un cordone di anticicloni dinamici sul Mediterraneo (Anticiclone delle Azzorre e Subtropicale Africano) e il conseguente VP forte e alto ha garantito non solo l’assenza di perturbazioni sull’Italia ma anche l’erezione su di noi dell’alito caldo africano quando il VP aveva minimi cedimenti che permettevano alle onde del flusso atlantico di gettarsi sull’Oceano in senso meridiano consentendo l’ergersi dell’Africano sull’Italia.
Dunque l’anomalia quadrimestrale calda e secca che abbiamo subito in questo autunno/inverno 2006-2007 in una prima approssimazione va addebitata a questi due fattori. Attenzione però che l’anomalia del Jet stream in sede tropicale non si è esaurita e dunque potenzialmente saremmo ancora sotto scacco delle alte pressioni se non fosse per le dinamiche stratosferiche che ci portano verso un nuovo indebolimento del VP stratosferico in un regime anche di cambio di segno del QBO verso il negativo.
Insomma possiamo con tutta probabilità affermare che se come sembra il VP stratosferico dovesse rallentare in Febbraio lo stesso Jet Stream tropicale corresponsabile della terribile anomalia climatica quadrimestrale di quest’anno potrebbe essere corresponsabile di forti blocking barici con conseguenti discese fredde sull’Italia nel prossimo mese.
Concludo annotando a favore della teoria del ciclo quadrimestrale delle grandi anomalie calde nel Mediterraneo, che anche la grande anomalia calda dell’inverno 1989-90 durò circa quattro mesi…