Una saccatura ciclonica ha affondato, nel fine settimana, le proprie radici verso l’Atlantico Portoghese e l’Arcipelago delle Canarie, andando inevitabilmente a stimolare la risalita dell’alta pressione nord-africana verso il bacino centro-occidentale del Mediterraneo. Tale affondo depressionario ha perso importanza ed attualmente resta solamente un vortice di bassa pressione in isolamento al largo dello Stretto di Gibilterra, mentre le saccature oceaniche guardano con rinnovato interesse verso la parte centro-occidentale dell’Europa.
Le Isole Britanniche sono attraversate in queste ore da una ondulazione di bassa pressione, la cui perturbazione associata sta apportando estese cellule temporalesche su diverse zone della Francia, dei Paesi Bassi e della Germania, dopo aver interessato anche la Spagna Settentrionale. Questo transito perturbato, accresciuto in termini d’intensità dal contatto fra masse d’aria nettamente diverse, sta pertanto contribuendo a limitare l’ingerenza anticiclonica nord-africana alle sole zone mediterranee.
La massa d’aria instabile sta coinvolgendo anche le nazioni subito a nord delle Alpi: la Svizzera e l’Austria si trovano infatti ai margini settentrionali del vasto promontorio anticiclonico, ma gradualmente subiranno in misura crescente gli effetti del peggioramento in atto sul cuore centrale del Continente.
Le regioni settentrionali italiane restano invece ai margini di questo peggioramento, che tuttavia sta determinando il transito di nubi diffuse lungo la cerchia alpina, fin dalle prime ore mattutine, con qualche rovescio che potrebbe peraltro accentuarsi durante le prossime ore sui settori orientali. L’anticiclone nord-africano è destinato a risultare ben presto sempre più accerchiato, con maggiori situazioni temporalesche in vista già dalla giornata di domani per quanto concerne le zone alpine e prealpine.
Nuvolaglia medio-bassa si osserva inoltre sulla Liguria di Ponente, ammassata dallo scorrimento di umide correnti sciroccali nei basso strati. Per il resto domina il sereno un po’ su tutte le restanti zone della Penisola e l’anticiclone nord-africano è talmente forte in quota da riuscire a limitare quasi totalmente gli spunti nuvolosi di natura termoconvettiva in prossimità dei principali massicci montuosi lungo la catena appenninica.
L’aspetto delle temperature rappresenta il motivo di maggiore interesse legato a questo dominio anticiclonico di natura nord-africana. Su diverse zone della Penisola le temperature hanno raggiunto picchi di 34-35 gradi, anche sulle zone interne del Sud ed in particolar modo sull’entroterra foggiano. La fascia meridionale adriatica non è più interessata da quell’afflusso di correnti settentrionali, che avevano mantenuto i valori termici ben al di sotto dei 30 gradi.
La calura appare decisamente maggiore sulle zone interne, mentre almeno le coste riescono a beneficiare di condizioni climatiche più accettabili, laddove prevalgono i regimi di brezza diurni. Fra gli esempi che si possono citare vi sono Genova e Cagliari, le cui temperature massime non hanno oltrepassato i 26-27 gradi, per l’azione dei venti meridionali dal mare.
Rammentiamo che le alte pressioni nord-africane sono quasi sempre associate ad ondate di calore, poiché la forte struttura pressoria in quota tende a schiacciare verso il basso le masse d’aria piuttosto calde, convogliate alle quote superiori dell’atmosfera dalle latitudini nord-africane. Questo invece non accade di regola con il più mite anticiclone oceanico, meglio conosciuto come Alta Pressione delle Azzorre.