Nella prima immagine (fonte www.wetterzentrale.de) la situazione al suolo e a 500 hpa alle 0 del 19 giugno. In occasione dell’alluvione del 19 giugno 1996 in alta Versilia, i dati raccolti dalle stazioni pluviometriche del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale mostrano chiaramente l’intensità eccezionale del fenomeno e la sua estrema localizzazione.
I due pluviometri situati nel bacino del Vezza hanno segnalato 478 millimetri di pioggia a Pomezzana e 400 a Retignano nelle 13 ore trascorse dalle 5 del mattino fino alle ore 18 di mercoledì 19. In particolare si segnalano due punte massime rispettivamente di 158 millimetri/ora, tra le 7 e le 8 della mattina, e 78 millimetri/ora. Per quanto riguarda il bacino del Serra il totale cumulato delle precipitazioni nell’arco delle medesime 13 ore è stato di 245 millimetri ad Azzano e di 260 alle Cervaiole, con punte massime rispettivamente di 61 e 67 millimetri/ora..
Il telepluviometro posto a Ponte di Tavole, nel bacino del Versilia (ma ormai quando lo stesso attraversa la piana versiliese) ha registrato una precipitazione cumulata per tutta la giornata del 19 pari a soli 21 millimetri.
Il telepluviometro di Fornovolasco, nel bacino della Turrite, è andato fuori uso alle 15.45 dopo aver segnalato una quantità cumulata di precipitazione di 406 millimetri, con una punta massima di 150 tra le ore 13 e le 14. L’avaria della stazione fu dovuta all’eccezionale intensità della precipitazione.
Dai dati riferiti emerge con chiarezza sia l’eccezionale intensità delle piogge, sia la loro circoscritta localizzazione: oltre 400 millimetri a monte e solo 21 a valle (ancora meno sulla costa), ad una distanza molto contenuta, di pochi chilometri.
I massimi localizzati al primo mattino a Pomezzana e nelle ore del primo pomeriggio a Fornovolasco rendono conto di come nelle prime ore dell’evento esso si sia manifestato con massima violenza nella parte meridionale dell’area interessata, mentre, alla ripresa delle precipitazioni violente dopo la pausa verificatasi tra le 11 e mezzogiorno, il nucleo temporalesco che ha originato le precipitazioni più intense ha insistito sul settore più settentrionale.
Tale andamento è confermato anche dalle mappe con le isoiete della giornata, riferite ai periodi 5-13 e 5-18, che mostrano come nel settore tra Pomezzana e Palagnana circa il 90% della precipitazione totale fosse già giunta al suolo alle 13, mentre la percentuale di precipitazione caduta nel pomeriggio è molto più alta a Fornovolasco, come ad Azzano e alle Cervaiole (e il nubifragio pomeridiano ha investito pesantemente anche l’area oltre-Cipollaio di Arni, Campagrina e Passo Sella, praticamente non toccata dalle piogge mattutine). L’area di Retignano è stata invece investita in maniera quasi identica dai due nubifragi, rimanendo al mattino al margine nord del nucleo più perturbato e al pomeriggio al margine sud.
L’onda di piena si è quindi propagata con grande velocità facendo registrare, tra le ore 15 e le 16, un livello di 4,14 metri all’idrometro di Seravezza e di 4,43 metri all’idrometro di Ponte di Tavole. Queste sono le due ultime misure disponibili, poiché la piena eccezionale ha, a quelle ore, causato l’avaria dei due sensori.
Tra le ore 16 e le ore 17, l’onda di piena del Versilia ha scavalcato gli argini in località La Rotta, alla curva di San Bartolomeo, pochi chilometri a valle di Seravezza, creando una ampia rottura nell’argine, ed allagando parzialmente il territorio dei comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi e, in modo più contenuto, Montignoso.
Danni gravissimi sono stati provocati nel comune di Stazzema, dove la frazione di Cardoso è stata travolta e semidistrutta (rimase poi per molti giorni raggiungibile solo in elicottero o a piedi), e nella parte limitrofa del comune di Seravezza, come ad esempio a Ruosina, località lungo il Vezza, a valle di Ponte Stazzemese e a monte di Seravezza, divisa tra i due comuni, ma anche nello stesso capoluogo comunale.
Il fiume Camaiore ha causato limitati danni nell’omonimo comune e, sull’altro versante delle Apuane, la Turrite ha causato gravissimi danni nella frazione di Fornovolasco (in comune di Vergemoli), isolata e successivamente evacuata, e più limitati a Gallicano.
Nella seconda immagine (di Giovanni Staiano) veduta di Ponte Stazzemese 10 giorni dopo l’alluvione, cioè il 29 giugno. La tabella riepiloga i dati pluviometrici del 19 giugno 1996, con il totale giornaliero e i “picchi” riferiti a 1 ora, 3 ore, 6 ore e 12 ore.
VERSILIA
Località | Int. max 1hr | Int. max 3 hr | Int. max 6 hr | Int. max 12 hr | 24 ore |
---|---|---|---|---|---|
Pomezzana | 158 | 320 | 390 | 474 | 478 |
Retignano | 78 | 165 | 214 | 387 | 400 |
Cervaiole | 67 | 126 | 182 | 230 | 245 |
Azzano | 61 | 144 | 183 | 242 | 260 |
Camaiore | 27 | 29 | 38 | 47 | 53 |
Torre del Lago | 1 | 1 | 1 | 1 | 2 |
Viareggio | 7 | 9 | 9 | 11 | 11 |
ALTOSERCHIO
Località | Int. max 1hr | Int. max 3 hr | Int. max 6 hr | Int. max 12 hr | 24 ore |
---|---|---|---|---|---|
Capanne di Sillano | 5 | 6 | 6 | 6 | 6 |
Orto di Donna | 75 | 111 | 135 | 160 | 195 |
Castagnola | 6 | 14 | 15 | 15 | 15 |
Vagli di Sotto | 45 | 100 | 117 | 120 | 120 |
Massa Sassorosso | 1 | 1 | 2 | 2 | 2 |
Villa Collemandina | 1 | 3 | 3 | 3 | 3 |
Campagrina | 97 | 219 | 290 | 333 | 336 |
Capanne Careggine | 56 | 66 | 107 | 124 | 125 |
Palleroso | 2 | 4 | 5 | 5 | 5 |
Ponte di Campia | 2 | 5 | 6 | 6 | 6 |
Bebbio | 2 | 3 | 4 | 4 | 4 |
Fornovolasco | 150 | 322 | 387 | 406 | 406 |
Gallicano | 8 | 18 | 21 | 23 | 23 |
Palagnana | 58 | 118 | 221 | 296 | 298 |
Passo Sella | 50 | 134 | 180 | 224 | 224 |
Fabbriche Vallico | 49 | 79 | 95 | 106 | 107 |
Tereglio | 1 | 2 | 3 | 3 | 3 |
Calavorno | 5 | 10 | 12 | 13 | 13 |
Chifenti | 5 | 11 | 13 | 15 | 15 |
Borgo a Mozzano | 11 | 18 | 20 | 21 | 21 |
BASSOSERCHIO
Località | Int. max 1hr | Int. max 3 hr | Int. max 6 hr | Int. max 12 hr | 24 ore |
---|---|---|---|---|---|
Convalle | 32 | 69 | 110 | 150 | 150 |
Piaggione | 16 | 26 | 36 | 44 | 44 |
Gombitelli | 16 | 26 | 41 | 59 | 60 |
Mutigliano | 7 | 11 | 12 | 12 | 12 |
Lucca | 2 | 3 | 7 | 7 | 7 |
Chiatri | 4 | 10 | 13 | 14 | 14 |
Pontetetto | 2 | 3 | 5 | 5 | 5 |
Vorno | 1 | 1 | 1 | 1 | 2 |
Ripafratta | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 |
Bocca di Serchio | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 |
La persistenza della precipitazione, accompagnata da intensa attività elettrica, su una zona molto ristretta, è stata dovuta alla “autorigenerazione” della cellula temporalesca, con aria calda e umida che ha continuato a risalire dalla costa, dove dopo il sorgere del sole, stante il cielo solo parzialmente nuvoloso, il riscaldamento è stato sensibile, sia durante le ore del mattino che nel primo pomeriggio. Questo continuo afflusso di aria calda e molto umida verso le pendici dei rilievi apuani ha continuato a fornire energia e vapore alla cellula temporalesca, alimentandola e mantenendola attiva a dispetto delle correnti discendenti ovviamente più fredde che si accompagnavano agli intensi rovesci.
Ad amplificare gli effetti devastanti di una precipitazione di per sé già molto intensa, la morfologia del territorio. La regione interessata, l’alta Versilia, è chiusa da un ampio semicerchio di montagne che partono dal Monte Altissimo a nordovest per proseguire con il Corchia, la Pania della Croce, il Forato (a est del quale, al di la del crinale, scorre verso il Serchio la Turrite di Gallicano), il Nona e il Matanna. L’arco si chiude infine con la dorsale del Gabberi e del Lieto, allineata all’incirca SE-NW, che separa la valle del Vezza dalla conca di Camaiore. Le pendenze medie dei versanti sono molto sostenute, quindi in caso di forti piogge l’acqua si riversa rapidamente a valle, con il Serra e il Vezza che si ritrovano a dover smaltire l’acqua raccolta su un bacino molto ampio, in larga parte boscato.
La presenza dei boschi, in teoria utile a trattenere parte dell’acqua, si rivelò nell’evento un fattore negativo in quanto il materiale organico (rami, tronchi) già ampiamente presente nel bosco (l’inverno precedente era stato molto nevoso e molti rami e alberi erano caduti sotto il peso della neve) e quello trascinato a valle dalle numerose frane contribuirono a creare delle dighe effimere, la cui improvvisa rottura fu la ragione ultima delle devastazioni più terribili.
Prosegue…
Pubblicato da Giovanni Staiano
Nella prima immagine (fonte www.wetterzentrale.de) la situazione al suolo e a 500 hpa alle 0 del 19 giugno. In occasione dell’alluvione del 19 giugno 1996 in alta Versilia, i dati raccolti dalle stazioni pluviometriche del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale mostrano chiaramente l’intensità eccezionale del fenomeno e la sua estrema localizzazione. I due pluviometri situati nel bacino del Vezza hanno segnalato 478 millimetri di pioggia a Pomezzana e 400 a Retignano nelle 13 ore trascorse dalle 5 del mattino fino alle ore 18 di mercoledì 19. In particolare si segnalano due punte massime rispettivamente di 158 millimetri/ora, tra le 7 e le 8 della mattina, e 78 millimetri/ora. Per quanto riguarda il bacino del Serra il totale cumulato delle precipitazioni nell’arco delle medesime 13 ore è stato di 245 millimetri ad Azzano e di 260 alle Cervaiole, con punte massime rispettivamente di 61 e 67 millimetri/ora.. Il telepluviometro posto a Ponte di Tavole, nel bacino del Versilia (ma ormai quando lo stesso attraversa la piana versiliese) ha registrato una precipitazione cumulata per tutta la giornata del 19 pari a soli 21 millimetri. Il telepluviometro di Fornovolasco, nel bacino della Turrite, è andato fuori uso alle 15.45 dopo aver segnalato una quantità cumulata di precipitazione di 406 millimetri, con una punta massima di 150 tra le ore 13 e le 14. L’avaria della stazione fu dovuta all’eccezionale intensità della precipitazione. Dai dati riferiti emerge con chiarezza sia l’eccezionale intensità delle piogge, sia la loro circoscritta localizzazione: oltre 400 millimetri a monte e solo 21 a valle (ancora meno sulla costa), ad una distanza molto contenuta, di pochi chilometri. I massimi localizzati al primo mattino a Pomezzana e nelle ore del primo pomeriggio a Fornovolasco rendono conto di come nelle prime ore dell’evento esso si sia manifestato con massima violenza nella parte meridionale dell’area interessata, mentre, alla ripresa delle precipitazioni violente dopo la pausa verificatasi tra le 11 e mezzogiorno, il nucleo temporalesco che ha originato le precipitazioni più intense ha insistito sul settore più settentrionale. Tale andamento è confermato anche dalle mappe con le isoiete della giornata, riferite ai periodi 5-13 e 5-18, che mostrano come nel settore tra Pomezzana e Palagnana circa il 90% della precipitazione totale fosse già giunta al suolo alle 13, mentre la percentuale di precipitazione caduta nel pomeriggio è molto più alta a Fornovolasco, come ad Azzano e alle Cervaiole (e il nubifragio pomeridiano ha investito pesantemente anche l’area oltre-Cipollaio di Arni, Campagrina e Passo Sella, praticamente non toccata dalle piogge mattutine). L’area di Retignano è stata invece investita in maniera quasi identica dai due nubifragi, rimanendo al mattino al margine nord del nucleo più perturbato e al pomeriggio al margine sud. L’onda di piena si è quindi propagata con grande velocità facendo registrare, tra le ore 15 e le 16, un livello di 4,14 metri all’idrometro di Seravezza e di 4,43 metri all’idrometro di Ponte di Tavole. Queste sono le due ultime misure disponibili, poiché la piena eccezionale ha, a quelle ore, causato l’avaria dei due sensori. Tra le ore 16 e le ore 17, l’onda di piena del Versilia ha scavalcato gli argini in località La Rotta, alla curva di San Bartolomeo, pochi chilometri a valle di Seravezza, creando una ampia rottura nell’argine, ed allagando parzialmente il territorio dei comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi e, in modo più contenuto, Montignoso. Danni gravissimi sono stati provocati nel comune di Stazzema, dove la frazione di Cardoso è stata travolta e semidistrutta (rimase poi per molti giorni raggiungibile solo in elicottero o a piedi), e nella parte limitrofa del comune di Seravezza, come ad esempio a Ruosina, località lungo il Vezza, a valle di Ponte Stazzemese e a monte di Seravezza, divisa tra i due comuni, ma anche nello stesso capoluogo comunale. Il fiume Camaiore ha causato limitati danni nell’omonimo comune e, sull’altro versante delle Apuane, la Turrite ha causato gravissimi danni nella frazione di Fornovolasco (in comune di Vergemoli), isolata e successivamente evacuata, e più limitati a Gallicano. Nella seconda immagine (di Giovanni Staiano) veduta di Ponte Stazzemese 10 giorni dopo l’alluvione, cioè il 29 giugno. La tabella riepiloga i dati pluviometrici del 19 giugno 1996, con il totale giornaliero e i “picchi” riferiti a 1 ora, 3 ore, 6 ore e 12 ore. VERSILIA LocalitàInt. max 1hrInt. max 3 hrInt. max 6 hrInt. max 12 hr24 ore Pomezzana158320390474478 Retignano78165214387400 Cervaiole67126182230245 Azzano61144183242260 Camaiore2729384753 Torre del Lago11112 Viareggio7991111 ALTOSERCHIO LocalitàInt. max 1hrInt. max 3 hrInt. max 6 hrInt. max 12 hr24 ore Capanne di Sillano56666 Orto di Donna75111135160195 Castagnola614151515 Vagli di Sotto45100117120120 Massa Sassorosso11222 Villa Collemandina13333 Campagrina97219290333336 Capanne Careggine5666107124125 Palleroso24555 Ponte di Campia25666 Bebbio23444 Fornovolasco150322387406406 Gallicano818212323 Palagnana58118221296298 Passo Sella50134180224224 Fabbriche Vallico497995106107 Tereglio12333 Calavorno510121313 Chifenti511131515 Borgo a Mozzano1118202121 BASSOSERCHIO LocalitàInt. max 1hrInt. max 3 hrInt. max 6 hrInt. max 12 hr24 ore Convalle3269110150150 Piaggione1626364444 Gombitelli1626415960 Mutigliano711121212 Lucca23777 Chiatri410131414 Pontetetto23555 Vorno11112 Ripafratta11111 Bocca di Serchio11111 La persistenza della precipitazione, accompagnata da intensa attività elettrica, su una zona molto ristretta, è stata dovuta alla “autorigenerazione” della cellula temporalesca, con aria calda e umida che ha continuato a risalire dalla costa, dove dopo il sorgere del sole, stante il cielo solo parzialmente nuvoloso, il riscaldamento è stato sensibile, sia durante le ore del mattino che nel primo pomeriggio. Questo continuo afflusso di aria calda e molto umida verso le pendici dei rilievi apuani ha continuato a fornire energia e vapore alla cellula temporalesca, alimentandola e mantenendola attiva a dispetto delle correnti discendenti ovviamente più fredde che si accompagnavano agli intensi rovesci. Ad amplificare gli effetti devastanti di una precipitazione di per sé già molto intensa, la morfologia del territorio. La regione interessata, l’alta Versilia, è chiusa da un ampio semicerchio di montagne che partono dal Monte Altissimo a nordovest per proseguire con il Corchia, la Pania della Croce, il Forato (a est del quale, al di la del crinale, scorre verso il Serchio la Turrite di Gallicano), il Nona e il Matanna. L’arco si chiude infine con la dorsale del Gabberi e del Lieto, allineata all’incirca SE-NW, che separa la valle del Vezza dalla conca di Camaiore. Le pendenze medie dei versanti sono molto sostenute, quindi in caso di forti piogge l’acqua si riversa rapidamente a valle, con il Serra e il Vezza che si ritrovano a dover smaltire l’acqua raccolta su un bacino molto ampio, in larga parte boscato. La presenza dei boschi, in teoria utile a trattenere parte dell’acqua, si rivelò nell’evento un fattore negativo in quanto il materiale organico (rami, tronchi) già ampiamente presente nel bosco (l’inverno precedente era stato molto nevoso e molti rami e alberi erano caduti sotto il peso della neve) e quello trascinato a valle dalle numerose frane contribuirono a creare delle dighe effimere, la cui improvvisa rottura fu la ragione ultima delle devastazioni più terribili. Prosegue… Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Giovanni Staiano Inizio Pagina